L’acqua torna potabile, gli interrogativi restano ed è possibile il risarcimento

Il Sindaco ha firmato oggi, lunedì, la revoca dell’ordinanza che vietata l’iso dell’acqua per esigenze alimentari. Avrebbe potuto farlo già ieri, domenica, ma gli uffici erano chiusi.

Per cose così importanti, però, si poteva anche fare lo straordinario. Ma sì, i cittadini possono aspettare.

L’acqua è tornata potabile ma gli interrogativi sono tanti. E c’è anche la possibilità di ottenere ilrisarcimento dall’Alto Calore.

L’architello Claudio Rossano ci scrivein proposito:

I recenti fatti che hanno visto l’interruzione idrica in alcune zone del Centro Storico di Avellino mi inducono a fare alcune considerazioni sulla rete fognaria cittadina la cui vetustà potrebbe essere fonte di inquinamento. Non mi sembra che al momento la città di Avellino abbia una adeguata planimetria della rete idrica e fognaria in uso e questo costituisce sicuramente un vulnus al PUC a suo tempo adottato, che avrebbe dovuto affrontare questa problematica al fine della individuazione delle opere di urbanizzazione da programmare. Nè mi sembra sia mai stata adeguata la carta dei sottoservizi e tale problematica si ripercuote sull’esecuzione di ogni opera pubblica cittadina.

La stessa nuova rete fognaria realizzata lungo il Corso non credo sia in funzione, anche perché il collettore terminale (ubicato alla confluenza tra Piazza Libertà ed il Corso) trova impedimento nel sottostante tunnel. Non dovrebbe essere difficile per gli uffici comunali dire se sia in funzione lungo l’intero Corso la vecchia rete fognaria o la nuova. E’ mai stata collaudata? Stesso problema potrebbe verificarsi lungo il viale dei Platani.

Vorranno i solerti uffici comunali indicare quale sia la rete fognaria in funzione e quali sono i punti in cui avvengono le necessarie opere di depurazione dei liquami?

Qualche giorno fa si è verificata una vasta voragine nel tratto di Via Speranza in prossimità del Comando provinciale dei Carabinieri.

E’ stata forse la rottura di una fogna – peraltro realizzata allegramente ad una quota non consona – a determinare quella voragine?

Chi si interessa dello stato delle reti fognarie e della depurazione cittadina, pagata a carissimo prezzo anche quando non effettuata?

E’ ben chiaro che il gestore idrico – nel nostro caso Alto Calore Servizi – dovrebbe pubblicare sul proprio sito web un elenco delle proprie utenze specificando se siano servite o meno da un impianto di depurazione. In quest’ultimo caso all’utente dovrebbe essere assicurato il rimborso dell’intera quota pagata e non dovuta.

Ma interrogare il sito della trasparenza di Alto Calore è quasi come interrogare l’enigmatico oracolo di Delfi. Ma se quell’oracolo qualche ambigua risposta dava, il sito di Alto Calore moltissime volte non risponde. Provare per credere”.

Rispetto a quanto segnalato dall’arch. Rossano, è da rilevare che, secondo una sentenza della Cassazione che è inequivoca, “si ha diritto alla restituzione del canone tutte le volte in cui il Comune sia sfornito di impianto di depurazione centralizzato delle acque. Ciò perché «la tariffa del “servizio idrico integrato” si configura, in tutte le sue componenti, come il corrispettivo di una prestazione commerciale complessa che, anche se determinato nel suo ammontare in base alla legge, trova fonte non in un atto autoritativo, bensì nel contratto di utenza“.

Faranno bene sindacati ed associazioni ad attivarsi in favore di cittadini e commercianti nel richiedere il risarcimento.


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