Come fare quadrare i conti danneggiando gli utenti. Magari facendo credere che il bilancio non è poi così disastroso.
Vi spieghiamo le procedure attuate dall’Alto Calore, l’azienda per la fornitura dell’acqua agli utenti, in provincia di Avellino.
Anzichè restituire quanto dovuto a utenti per i quali sono stati incassati più soldi del previsto, l’Alto Calore si sottrae all’obbligo in modo procastinare la restituzione del dovuto, trasferendo su futuri esercizi finanziari i soldi che avrebbe dovuto pagare in questo anno.
E così i conti tornano, facile no?
Sono questi gli esiti della mancata lettura dei contatori, da parte degli addetti dell’Alto Calore, e della imposibilità degli utenti a fornire i dati necessari, a causa di un serizio pessimo messo a disposizione di chi vuole comunicare i dati dei contatori.
Ora ci sono due casi. Ma ne illustreremo altri, prossimamente.
LETTURA CONTATORE
Il primo esempio, quello che vede l’Alto Calore attuare giochini poco eleganti per non pagare il dovuto.
Per sette-otto anni a un determinato utente non viene effettuata la lettura del contatore. Quando finalmente ciò avviene, l’Alto Calore si rende conto di dovere restituire centinaia di euro incassati in più, attraverso consumi presunti e quindi non reali.
Rispetto al consumo reale ci si aspetterebbe che l’ente restituisca immediatamente i soldi che ha tenuto nelle proprie casse per anni.Magari scusandosi pure.
Macchè.
COMPENSAZIONE
A fronte della richiesta di restituzione dei soldi, l’Alto Calore fa sapere all’utente che si provvederà alla compensazione, ovvero saranno “scalati” i soldi delle fatture da emettere da quel credito vantato.
Ma non va bene, perchè a fronte di un credito, ad esempio, di 800 euro, l’utente dovrà attendere 40 mesi (3 anni e mezzo) per recuperare i suoi soldi, considerando un consumo medio di 20 euro a mese (€ 40 a bimestre).
Initule reclamare al servizio clienti. E’ un muro di gomma.
E allora l’utente avanza richiesta ufficiale di restituzione dei soldi, con tanto di raccomandata e di posta certificata.
L’Alto Calore non risponde. L’utente si rivolge a un avvocato che invia all’ente la diffida legale per ottenere in via bonaria quei soldi.
Ma chissenegfrega.
Si va avanti.
EVIDENZA NEGATA
Quando poi viene notificato all’Alto Calore il decreto ingiuntivo, con ulteriori costi a carico dell’ente, sapete cosa risponde l’ufficio legale con opposizione al decreto ingiuntivo?
L’utente non ha chiesto la restituzione dei soldi.
Negando così l’evidenza, prendendo tempo, al solo fine di procrastinare il pagamento perchè, intanto, il Giudice di Pace avrà fissato l’udienza per la discussione a fine 2019 se non addirittura al 2020.
Quei soldi comunque dovranno essere pagati ma faranno parte di un altro esercizio finanziario, di un altro bilancio.
Quella risposta – è evidente – penalizza ulteriormente le casse dell’Alto Calore e fa indignare l’utente che dovrà attendere tempo riavere indietro i soldi pagati in più.
CONGUAGLI
Il secondo esempio riguarda chi, invece, deve pagare più rispetto alle cifre indicate per il consumo presunto.
A giorni arriveranno a tantissimi utenti le fatture con richieste di centinaia di euro per conguaglio.
Ma nemmeno questo si può fare, ovvero chiedere di pagare il consumo non rilevato tutto in una volta.
Si stanno già mobilitando le varie associazioni, a nome e per conto degli utenti, per opporsi a procedure che non sono in linea con le modalità di verifica della lettura dei consumi.
RECUPERO
C’è poi un altro argomento, quello che riguarda la Crearci s.r.l., la società di recupero credito che tanto si sta dando da dare per provare a recuperare soldi presso creditori.
Ne riparleremo, soprattutto per quanto riguarda il contratto stipulato da tale società con l’Alto Calore che, per ogni pratica, è tenuto a pagare una cifra fissa alla società Crearci.