Pendolaria 2017, il trasporto ferroviario regionale al Meridione è da incubo !

E’ aumentato anche nel 2017 il numero dei pendolari del treno e di coloro che vanno in metropolitana. E’ quanto emerge dal dossier ‘Pendolaria 2017’. Ai grandi successi dell’Alta Velocità si affianca una situazione del trasporto regionale che rimane difficile con un calo del 40% dei passeggeri e la diminuzione dei collegamenti regionali (-6,5% dal 2010 al 2016), dopo i tagli realizzati nel 2009. In Campania dal 2011 al 2017 c’è stato un crollo dei passeggeri che viaggiano ogni giorno sulle linee ferroviarie locali e regionali: -40,3%.

La questione meridionale per i treni esiste davvero. Alcuni numeri raccontano i problemi del trasporto ferroviario nelle Regioni del Mezzogiorno rispetto al resto del Paese. Al Sud circolano meno treni. L’attuale livello di servizio nelle Regioni del Sud è imparagonabile per quantità a quello del Nord. Ogni giorno in tutto il Sud circolano meno treni regionali che nella sola Lombardia. Al Sud i treni sono più vecchi. Non è solo la quantità dei treni ad essere incredibilmente squilibrata, ma è anche la qualità del servizio a non avere dati confronti. L’età media dei convogli al Sud è nettamente più alta con 19,2 anni, seppur in calo ed al di sotto dei 20 anni, ma in un periodo in cui in quasi tutte le Regioni si stanno dismettendo i treni più anziani rimane evidente il disavanzo rispetto ai 13,3 del Nord . Al Sud i treni sono più lenti, sia per problemi infrastrutturali sia perché, come visto, circolano treni vecchi e non più adatti alla domanda di mobilità.

Mentre rispetto al 2009 i passeggeri sono aumentati dell’8,5% le risorse statali per il trasporto regionale si sono ridotte del 22,7%. Dopo oltre 15 anni si può dire che il trasferimento dei poteri sul servizio ferroviario alle Regioni ha aumentato le differenze nel Paese .Torna a sfiorare l’1% del bilancio la Campania, con 198 milioni spesi tra servizi aggiuntivi e materiale rotabile. Ma la spesa per i pendolari rimane del tutto inadeguata perché ancora non sufficiente ad eliminare i gravi problemi che affliggono molte delle linee pendolari italiane. In Campania sono stati effettuati tagli complessivi del 15% al servizio dal 2010 ad oggi, mentre c’è stato un aumento delle tariffe del 48%.  In Campania continua ad aumentare l’età media dei treni, nonostante alcuni segnali di investimento e dei primi inserimenti di nuovi convogli nel corso degli ultimi mesi. Complessivamente – in Campania sono 367 i treni in servizio sulla rete regionale, con una età media dei convogli in circolazione sulla rete regionale di 18,3 anni, con il 63,5 % dei treni con più di 15 anni di età.

Intanto il governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca difende i risultati della sua amministrazione. “6 miliardi per il trasporto pubblico, 510 nuovi autobus, 40 nuovi treni, spiega. Abbiamo cambiato il volto del trasporto locale attraverso uno sforzo gigantesco in termini di investimenti, realizzazione di opere e impegno finanziario. Se aggiungiamo a queste cifre i finanziamenti derivanti dai fondi europei possiamo offrire alla nostra comunità una prospettiva straordinaria di sviluppo e creazione di lavoro, al netto delle criticità nazionali”.

Ma cosa serve per rilanciare davvero il servizio ferroviario regionale? La ricetta di Legambiente è in quattro cinque punti: continuare con cura Delrio, più treni sulle linee ferroviarie, priorità agli investimenti infrastrutturali nei grandi centri urbani, una politica per riportare i treni al sud e indirizzare le risorse che ci sono spostandole dalla gomma al ferro. “Nel bilancio dello Stato esistono le risorse per un salto di qualità – dice Pendolaria- perché ogni anno diversi miliardi di euro vengono destinati ai sussidi all’autotrasporto, dalle tariffe autostradali che continuano a crescere senza controlli per la gestione delle opere pubbliche, e da recuperare da investimenti sbagliati in grandi opere e cantieri autostradali e dal bilancio delle Regioni che devono scegliere di rilanciare il trasporto su ferro”.

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