Sessantotto anni e non sentirseli, tanto da avere voglia di ricominciare, come un fortunato vincitore di concorso, un assunto al primo giorno di lavoro.
La signora Carmela Tomeo, già responsabile dell’Ufficio di Stato civile del Comune di Avellino è stata collocata in quiescenza in data 01/03/2018 per raggiunti limiti di età, senza possibilità di trattenimento in servizio ai sensi della vigente normativa.
Legge Fornero
Significa che, all’età di 67 anni e 6 mesi, come previsto dalla legge Fornero (altrimenti sarebbe andata in pensione a 60 anni perché donna), la signora Tomeo ha dovuto organizzare la festa di pensionamento insieme a dirigenti e colleghi del Comune di Avellino e lasciare obbligatoriamente il posto di lavoro. Magari a un giovane assunto, a qualcuno in cerca di occupazione.
Un anno e mezzo in pensione, poi è arrivata la crisi di astinenza dal lavoro, ufficialmente non certificata ma reale e palpabile.
E allora cosa ha fatto la signora pensionata?
Ha deciso di fare volontariato, presentando istanza a enti e associazioni, anche al Comune di Atripalda a cui non è sembrato vero di potere disporre di una unità lavorativa in più, per compensare i dipendenti in uscita.
Aspettativa sindacale
Ultimamente il Comune di Atripalda ha registrato:
1 – la presentazione della richiesta di collocamento a riposo anticipato da parte del dipendente Giovanni Donnarumma matricola n.62, in servizio dal 31.12.2002 il quale si avvarrà della “quota 100” in barba alla legge Fornero per essere collocato in pensione da gennaio prossimo, con 60 anni di età e 40 di contribuzione;
2 – la richiesta di aspettativa sindacale, presentata dalla FP Cigil di Avellino, in favore del dipendente Valter Ventola, matricola n. 52, dal 1° ottobre fino a revoca del provvedimento, in quanto dirigente e componente dell’organismo direttivo del sindacato in questione
3 – le dimissioni dal lavori di altri dipendenti andati in pensione senza essere sostituiti.
E allora la richiesta di assunzione da parte della signora Tomeo è arrivata come una manna dal cielo.
Si accomodi pure, hanno sentenziato i componenti della Giunta comunale di Atripalda che, con delibera n. 134 hanno attribuito alla sig.ra Carmela Tomeo, nata a Napoli il 16 luglio 1951 già dipendente del Comune di Avellino e cessata dal servizio per raggiunti limiti di età dal 1° marzo 2018, l’incarico di collaborazione finalizzato a supportare il funzionamento dei Servizi Demografici.
Tale incarico è da intendersi a titolo gratuito.
Tutto regolare, sia chiaro, dal punto di vista legale: fruire della prestazioni gratuite di un soggetto è legittimo.
C’è da domandarsi se lo sia altrettanto dal punto di vista morale e dell’organizzazione del lavoro.
Felici e contenti
Cosicchè, con questo provvedimento, potranno gioire:
1 – l’ex dipendente del Comune di Avellino, Carmela Tomeo, sarà felice di occupare nuovamente un posto di lavoro (chissenefrega dei giovani…), seppure gratuitamente (chissenefrega: percepisce una pensione…)
2 – il Comune di Atripalda è altrettanto felice nel disporre di una unità lavorativa in più, le cui competenze sono state così decantate: l’apporto della sig.ra Tomeo, per l’esperienza posseduta e in particolare per le competenze acquisite nell’esperienza professionale svolta presso le amministrazioni pubbliche”
Altro che giovani..
Non saranno altrettanto felici i giovani che continuano a elemosinare un posto di lavoro. Gli utenti dovranno accontentarsi di quello che passa il convento (pardon, il Comune): visto che la pensionata nuova assunta lavora gratis, non ha responsabilità. Eppoi è donna anziana e quasi settantenne: qualsiasi errore dovesse commettere le sarà perdonato.
Altro che ”largo ai giovani”: una ventata di esperienza è quello che ci voleva al Comune di Atripalda.
La signora Tomeo lavorerà ad Atripalda per un anno soltanto: l’anno prossimo, magari, potrà offrirsi in un altro Comune mentre quello di Atripalda potrà individuare un nonno pensionato con la voglia di lavorare. Meglio tenerli in ufficio anzichè davanti alle scuole: almeno non si ammalano.
Rimborso spese
A proposito, ma una dipendente assunta a titolo gratuito può percepire il rimborso spese? Magari i soldi per andare su e giù dal posto di lavoro, somme che equivalgono ad uno stipendio. Dicono che diversi medici che sono andati in pensione all’ospedale Moscati, lavorino spassionatamente e gratuitamente nella stessa struttura. In cambio di un rimborsino, è vero?