Riapre il Teatro Gesualdo di Avellino: la grave denunzia di un ex operaio

Riceviamo e pubblichiamo: “Mi presento, sono Esposito Pasquale ex lavoratore del teatro Comunale Carlo Gesualdo di Avellino.

Ho lavorato in questo teatro per ben 16 anni come tecnico di palcoscenico. Lavoratore storico,  come si evince da regolare  iscrizione ex ENPALS – obbligo di legge per i lavoratori del  settore dello spettacolo. 

La mia storia lavorativa nel Carlo Gesualdo comincia nel 2002, anno in cui è stato inaugurato  il nuovo teatro in Piazza Castello.

Ho partecipato nel 2001 al concorso pubblico indetto dal Comune di Avellino per la selezione, per titoli e prova pratica,  delle figure tecnico-professionali necessarie ad avviare il teatro, qualificandosi primo nella graduatoria come responsabile tecnico audio-luci;

Oggi,  dopo 16 di indefesso  lavoro, mi ritrovo a casa espropriato  del mio lavoro!!! 

Vittima della negligenza e della strafottenza  degli organismi comunali – pur  garanti della clausula sociale o di una diversa ricollocazione al lavoro – e per volontà del nuovo gestore del teatro comunale.

Vi ricorderete  che,  meno di un anno fa,  prima dell’ affidamento  in concessione del teatro,  tutti i lavoratori del teatro anche se non remunerati, per consentire la continuità delle attività di spettacolo, senza tutele nè contratti,  al fine di garantire l’apertura del  teatro,  avevamo costituito sul social network  il gruppo  denominato “MAESTRANZE”.

Tenere desta l’attenzione su di noi e per  scongiurare la chiusura del teatro, questo l’obiettivo del gruppo!

In realtà queste persone, promotori della pagina facebook  che ora non è più in rete,  sono lavoratori subordinati, dipendenti da ditte contrattualizzate dal teatro e non assunti ad personam dall’amministrazione,come me.

La beffa è che l’unica personale che avrebbe dovuto vantare il diritto alla tutela del lavoro, alla conservazione del posto, alla continuità dello stesso in quanto puramente maestranza del Teatro comunale si trova fuori dai giochi

Il sottoscritto, dopo essersi sacrificato un anno intero, coadiuvando il nuovo direttore di palcoscenico contrattualizzato dall’amministrazione comunale  ma senza alcuna cognizione della struttura che andava a gestire tecnicamente; lavorato senza garanzie, aldilà delle proprie funzioni o compiti; senza orari nè compensi ma alimentato solo da illusorie promesse;  ansioso di riprendere finalmente il prorpio lavoro in teatro  a pieno ritmo e con la dignità negatagli da oltre 3 anni,  ha visto sfumare  il suo obiettivo come in un miraggio.

All’atto della stipula del contratto  tra il TPC e Comune di Avellino,  la Clausola Sociale, tanto decantata negli innumerevoli atti di Giunta e di Consiglio, nonchè dagli indirizzi espressi in consiglio Comunale, è sparita  dalla convenzione.

Nella conferenza stampa tenutasi nel palazzo di Città, nelle pubblche interviste nonchè in diversi quotidiani locali,  i rappresentanti del TPC hanno pubblicamente dichiarato:

<È nostra volontà di riassorbire tutti i tecnici che hanno lavorato in teatro, perchè hanno famiglia e perchè hanno maturano negli anni una professionalità a noi preziosa. >

Ora tutti sanno principalmente gli organi d’informazione locale che I lavoratori sono stato assorbiti dalla nuova gestione ,pero’nessuno si sara domandato se qualcuno e rimasto fuori se si e perche?

Tutti tranne il sottoscritto! Tutte le ditte tranne la vera maestranza del teatro –  tecnico assunto  con contratto individuale ovvero “lavoratore atipico” subordinato. Unico, tra tutti gli altri, giurudicalmente definite in passato Maestranza.

Difatti,  ha ripreso regolarmente a lavorare tutto il persanale,   ovvero le  ditte appaltate così come nella passata gestione, ossia:

Servizio  Pulizie Pantarei;

Servizio Manutenzione DUEP;

Servizio accoglienza e biglietteria  Soleazzurro service;

Servizio sicurezza spettacoli Vigile del Fuoco Giuseppe Gianni Gaeta.

Ma siamo sicuri che sono state riconfermate le stesse persone che hanno lavorato in passato o nel frattempo le ditte hanno contrattualizzato altre persone?

Il Comune è garante di tutto questo?

L’Amministrazione comunale – in materia di contratto di appalti – oltre ad essere garante del “mantenimento dei diritti dei lavoratori in caso di trasferimento d’azienza” deve comunque procedure all’effettiva verifica.

 NB L’inserimento della “Clausula sociale”, inserita nel bando di gara o nel relative capitolato, è  conforme alla normative comunitaria e della relative giurisprudenza : …..<La clausula sociale deve ritenersi inderogabile quando il servizio è organizzato dal nuovo gestore con le stesse sostanziali modalità con le quali lo stesso  servizio era organizzato dal gestore uscente. > ….<L’amministrazione appaltante dovrà comunque procedure all’effettiva verifica della non necessità d’impiego di parte o di tutto il precedente personale utilizzato, a seguito di un avvenuto mutamento del Servizio, ad esempio da un punto di vista tecnico-organizzativo>….

Per il concessionario  TPC – i miei 16 anni di lavoratore subordinato  non sono mai esistiti.

ne una telefonata nè una spiegazione dell’amaro silenzio da parte del concessionario,  evidentemente  con il plàcet  dell’amministrazione comunale.

Unica risposta ricevuta   è stata:

  • Il privato ha diritto di decidere come vuole!

Sento di subire una grande ingiustizia. Dopo 16 anni di attività al servizio del Teatro e del Comune di Avellino  sono stato dimenticato da tutti – Abbandonato.

Sono stato usato,  soprattutto nell’ultimo anno di gestione comunale, dopo la disfatta del CDA dell’Istituzione, il commissariamento  del teatro e la messa in liquidazione dell’istituzione.

 Quando per far frone alla stagione teatrale 2016/2017 avevano bisogno di riferimenti e di una persona che conoscesse a fondo la struttura e le dinamiche dello stesso, mi hanno cercato e gli sono tornato comodo. Senza di me,  all’interno del teatro, avrebbero avuto non poche difficoltà se non addiriuttura impossibilitati a risolvere gli innumerevoli problemi che  si sono susseguiti a raffica.

Il questa lunga agonia politica, ho vissuto momenti di crisi e forti stress psicologici.

Venire a volte ad aprire il teatro senza avere nemmeno i soldi per la benzina!

Lavorare per mesi senza stipendio!

Non poter programmare una vacanza o accontentare il desiderio di un figlio!

Momenti di profondo sconforto che possono portare e che non nego aver pensato  a gesti estremi.

Ringrazio i miei amici e miei parenti per essermi stato vicino in quei momenti. Devo a loro se adesso ho ancora il coraggio di andare avanti e denunciare tutto questo.

Penso che non sia giusto tutto questo.. Sto vivendo un incubo. Una storia inverosimile la mia!

Sono stato lasciato solo,  alla deriva.

Non  credo  che un teatro grande come il Teatro Gesualdo non  abbia  una collocazione dignitosa per il mio profilo professionale anche se con una diversa organizzazione del lavoro nel rispetto della “clausula sociale”.

Qualcuno si prenda carico della mia situazione! Il mio è un appello disperato!

Un grido accorato affinché  possa ritornare ad occupare  il ruolo a me negato.

Esposito Pasquale

Tecnico di Palcoscenico del Teatro Carlo Gesualdo”

 

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