Sei anni senza Tonino Manganelli, l’avellinese diventato Capo della Polizia

Prefetto Avellino Antonio Manganelli

Doveroso ricordare oggi Antonio Manganelli, per gli amici avellinesi semplicemente Tonino.

Sono trascorsi sei anni da quel 20 marzo 2013 quando Tonino fu strappato all’affetto dei suoi famigliari, dei suoi tantissimi amici e collaboratori.

Molti hanno continuato a ricordarne la figura, le qualità, le intuizioni che lo hanno portato a svolgere una carriera rapida e meritata.

Funzionario, Prefetto, Capo della Polizia e, soprattutto, poliziotto esemplare e amico di tutti, rimasto semplice nonostante l’importante ruolo rivestito.

Una vita al servizio delle istituzioni.

La lotta a Cosa Nostra con Falcone e Borsellino, il ruolo al Viminale e la difesa degli agenti furono i suoi punti cardini in una carriera straordinaria costellata di successi e risultati brillanti.

Avellinese doc, è stato uno straordinario Capo della Polizia, per ben 13 anni. Un poliziotto che ha fatto carriera partendo dal basso, dalle indagini, ma bruciando le tappe ogni volta per meriti eccezionali.

Amato e stimato da tutti, colleghi e uomini delle Istituzioni, è sempre rimasto legato alle sue origini irpine, tornando spesso ad Avellino, incontrando i suoi amici in modo informale, ricordando il periodo degli studi, degli hobbies coltivati suonando la batteria in un complesso musicale creato con gli amici di sempre, prima di entrare nell’amministrazione dell’Inrerno, partendo dal basso, dal concorso per vice commissario, prima destinazione Firenze.

Poi la scalata verso i vertici. Sette anni da vice e tredici anni da “capo”, alla guida della polizia italiana. Un periodo lunghissimo. Mai una nota stonata pur nel succedersi dei governi della turbolenta Seconda Repubblica, conquistando così la stima anche delle altre forze di polizia.

Uomo profondamente rispettoso delle Istituzioni, corretto e preparato.

La sua preoccupazione maggiore è sempre stata quella di tenere l’istituzione al riparo di polemiche eccessive e strumentali, permettendo ai suoi uomini di agire in modo celere e professionale.

Giusto ricordare un’eccellenza dei nostri tempi e della nostra terra, troppo prematuramente scomparso.

 

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