Come si dice? Fortunati nella sfortuna. In questo caso è successo il contrario: sfortunato nella fortuna. Sarà capitato a tanti di essere baciati dalla dea bendata e di cadere nella depressione più amara o per non aver giocato una scommessa sportiva di cui si aveva una convinta sensazione (poi rivelatasi davvero vincente), o per non aver puntato i numeri del lotto sognati e regolarmente usciti e così via discorrendo. Ma è ancor più deprimente quello che è capitato a un quarantenne rappresentante di commercio avellinese, che ha giocato una semplice schedina da due euro al Superenalotto, come era solito fare (in Emilia Romagna, dove lavora da qualche anno) e si è dimenticato di controllarla.
Lo ha fatto tempo dopo, a distanza di cinque mesi dalla giocata – avvenuta lo scorso novembre – mettendo ordine, come di routine, nel portafogli dove il tagliando era stato riposto, scoprendo di aver vinto con un 5 secco la bella somma di 57450,78 euro. Ma in questo caso è stato il tempo a giocargli un brutto tiro. Infatti, quando il protagonista della vicenda ha controllato la schedina che è risultata vincente con i cinque punti azzeccati nella combinazione, era troppo tardi per ottenere la somma tutt’altro che disprezzabile.
Il rappresentante di commercio si è recato nella ricevitoria della Sisal dove spesso puntava i suoi numeri, ogni volta sempre diversi. E c’è voluto poco al gestore del locale verificare che quel tagliando non valeva più nulla. Era solo carta straccia. Infatti quella schedina un po’ stropicciata era rimasta nel portafogli dell’uomo ben oltre il tempo consentito per essere presentata all’incasso.
Secondo il regolamento ufficiale della Sisal, che gestisce oltre al Superenalotto anche Winforlife e Si Vince Tutto, devono trascorrere sessanta giorni per la presentazione della ricevuta in originale e non oltre novanta giorni presso gli uffici premi della società a Milano o a Roma. E’ stato grande, logicamente, il disappunto e lo scoramento del giocatore quando ha appreso che erano scaduti i termini di pagamento per la riscossione del premio. Una serie di telefonate tra avvocati e famigliari, speranzoso che qualcuno potesse svegliarlo da un brutto sogno o semplicemente rincuorarlo. Niente da fare: quasi 60mila euro gettati al vento. Una dimenticanza che gli è costata cara. D’ora in avanti il giocatore sarà meno distratto ma è improbabile che la fortuna busserà due volte alla sua porta.