“Crisi idrica, intervenga l’Ente idrico campano”. E’ la posizione espressa da Luigi Simeone Segretario Generale della UIL Avellino Benevento. “Continua instancabilmente e senza soluzione di continuità la Crisi Idrica e dell’Alto Calore, e con essa le abituali polemiche e prese di posizioni, talvolta incomprensibili, se non spiegate con l’avvicinarsi di una tornata elettorale, o di un rinnovo di cariche sociali. Le due crisi sono facce diverse ma di una stessa medaglia, -continua Simeone- risulta infatti difficile provare a distinguerle per capire dove comincia l’una indipendentemente dall’altra, ambedue sono fortemente conseguenza di un mancata programmazione di investimenti e capacità di intercettare le opportunità che pure la programmazione dei fondi europei consente e questo non può essere ascritto alla sola responsabilità societaria”.
“Negli anni ci si è attardati sul modello gestionale, come se questo fosse garanzia indiscutibile dell’efficienza e dell’efficacia del servizio, si è prima diviso il Patrimonio dal Servizio per poi riaccorparlo, ci si è dilaniati tra gestione pubblica e privata, talvolta confondendo il modello societario con il bene comune da garantire, e nel frattempo Enti Proprietari e Società che avrebbero potuto mettere in campo strategie e progetti di messa in sicurezza e recupero di efficienza dell’intera rete, divenuta oramai un colabrodo, sono stati più o meno fermi pensando che un processo di riorganizzazione aziendale e un rifacimento della rete di distribuzione si potessero spostare nel tempo senza conseguenza alcuna”.
“Arrivata la legge di riordino regionale si sono ripetute le solite schermaglie politiche, con le due liste per l’ATO Irpina Sannio che hanno approfondito ulteriormente il solco anche campanilistico di un territorio che praticamente ricco d’Acqua ne soffre la mancanza. Adesso può sembrare che far fallire Alto Calore Servizi possa essere la chiave di volta, ancora per fini politici, magari risolvendo qualche problema soggettivo, o per chiamarsi fuori, ma resta inesorabilmente palese che in questa fase come in tutte le altre ci sarebbe bisogno di anteporre “ il bene comune” ad altri e diversi interessi, prima che l’emergenza diventi dramma, per centinaia di migliaia di famiglie e di diverse centinaia di lavoratori, rimandando le disfide ad altri campi. L’ EIC con il suo Presidente- conclude la nota UIL- può e deve intervenire sia sulla programmazione, ma ancor prima sull’emergenza da queste parti atavica, ed è a questi che ci dovremo rivolgere per garantire un diritto che allo stato risulta palesemente negato”.