Solofra, la città rischia di perdere uno dei suoi “monumenti verdi”

Solofra rischia di perdere un pezzo della sua storia. Si tratta del tiglio della Madonna del Soccorso. Un grosso ramo si è spezzato abbattendosi sulla recinzione che delimita il sagrato della chiesa e finendo sull’asfalto. L’area è stata delimitata. Resta però il problema. L’albero è malato. Nel punto in cui si è spezzato il ramo le radici sono soffocate dall’asfalto. Occorrerebbe rimuovere il manto stradale a ridosso dell’albero per farlo “respirare”, intervenire sull’aiuola, aggiungere terreno fresco. Insomma tutta una serie di accorgimenti per prendersi adeguatamente cura di un albero che con i suoi duecento anni è stato inserito, a pieno titolo, nell’albo degli alberi monumentali d’Italia. Nell’aprile del 2014 il comune di Solofra, su ripetute sollecitazioni di Legambiente, intervenne sul tiglio della Madonna del Soccorso con una drastica ma necessaria potatura. Le cure però non dovevano terminare con il semplice taglio. Ora il crollo del ramo.

Il comune di Solofra ha attivato un tavolo di confronto con il Ministero delle politiche agricole e forestali, con la Comunità montana, i carabinieri forestali. Si dovrà mettere mano ad una perizia statica sulla pianta. “La nostra intenzione, spiega Maria Luisa Guacci delegata all’ambiente di palazzo Orsini, è quella di fare di tutto per salvare un pezzo della sua storia”.

Troppo poco, troppo tardi secondo Legambiente. “L’albero, spiega Antonio Giannattasio di Legambiente Campania, ha subito il 12 aprile del 2014 una drastica ma necessaria potatura, ma cure e rimedi non dovevano terminare con il semplice taglio. Era necessario togliere l’asfalto che ha soffocato per lunghi decenni le radici e dare vita anche con l’apporto di nuovo terreno, inoltre importante è (ma ormai era) anche un monitoraggio continuo, successivo, allo stato del tronco e dei rami. Bisognava creare interesse e delimitare l’area creando un’aiuola per meglio godere della sua maestosità persa negli anni. Purtroppo oggi ne costatiamo la lenta agonia, stiamo perdendo un bel po’ di storia del nostro territorio”

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