“In merito alla vicenda dell’affidamento del servizio idrico integrato (S.I.I.), dopo la “fumata grigia” della Conferenza dei Servizi tra tutti gli attuali gestori sul territorio delle due province di Avellino e Benevento, riteniamo richiamare tutti i soggetti istituzionali e politici ad uno sforzo comune per raggiungere l’obiettivo della gestione pubblica dell’acqua e per garantire ai cittadini servizi di qualità e tariffe sopportabili”. E’ quanto affermano in una nota congiunta i segretari generali di Cgil. Cisl e Uil di Avellino.
“Bisogna utilizzare gli ultimi giorni prima dell’assemblea dell’ATO per sviluppare ogni tentativo per costruire un’intesa con tutti i gestori che salvaguardi le preesistenze nel singolo pezzo di territorio e garantisca l’affidamento del ruolo di Coordinatore del raggruppamento all’Alto Calore Servizi. L’approvazione del Piano d’Ambito con la fissazione delle Tariffe di utilizzazione del servizio idrico e della depurazione, con la presa d’atto di un robusto piano d’investimento per l’ammodernamento delle reti, degli impianti e delle strutture di tutti i soggetti interessati, restano, ovviamente, prioritari rispetto all’affidamento.
Tutti – prosegue la nota – siamo chiamati a sostenere un progetto di garanzia per i lavoratori ed i cittadini, le forze politiche provinciali, le due Province ed i Comuni hanno l’obbligo di confermare il proprio impegno a favore della gestione pubblica del servizio idrico integrato e “dell’affidamento in house” a favore del soggetto Coordinatore ACS, in attesa della definitiva strutturazione successiva di un’unica Società di servizio. Ribadiamo che è il momento delle conferme rispetto ai proclami degli ultimi mesi, siamo ulteriormente convinti che non servono iniziative strumentali ma, appunto, unità politica ed istituzionale a tutela economica finale dei cittadini della nostra provincia, a salvaguardia e difesa delle nostre risorse naturali, della qualità professionale dei lavoratori, dell’organizzazione di una storica società pubblica, dell’impiantistica esistente e complessivamente dei livelli occupazionali dell’intero ciclo. Non vorremmo ritrovarci il 1° gennaio 2011 con qualche iniziativa che inverta la rotta del pubblico verso il privato, sarebbe inaccettabile e la contrasteremmo con tutte le nostre forze di lotta e di mobilitazione”.