Agenti penitenziari, scatta lo stato di agitazione

Agenti penitenziari, scatta lo stato di agitazione

“Il sistema penitenziario, nonostante si susseguono da anni denuncie e proteste di ogni genere, attraversa uno stato di crisi senza soluzione rispetto anche all’attuale situazione politica”. Così esordisce la lettera redatta da Pasquale Montesano, segretario nazionale dell’O.S.A.P.P. (Organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria) indirizzata alle autorità competenti. “L’Amministrazione Penitenziaria a tutti i livelli, – si legge nella missiva – non è riuscita a garantire un’organizzazione al passo con i tempi, una gestione omogenea ed imparziale in particolare per il Corpo di Polizia Penitenziaria. L’assenza di volontà e l’incapacità di proporre un progetto complessivo di gestione, ha reso precario e frammentario l’intero sistema. La sorda chiusura al confronto dell’autorità politica del Ministero della Giustizia in tema di organici e una constatata riluttanza al dialogo con le OO.SS., ha finito di paralizzare ogni iniziativa tesa a far uscire dall’emergenza il sistema penitenziario. Il sovraffollamento degli istituti, in continua e preoccupante ascesa, determina carichi di lavoro insopportabili, una situazione dinamica che, al contrario, diventa statica in materia di piante organiche. La sommaria determinazione delle piante organiche della Polizia Penitenziaria, per noi inadeguate, ha definito una distribuzione del personale irrazionale e avulsa dalle reali necessità Tanto che, per far fronte alle costanti esigenze che, affrontate sempre in ritardo, diventano emergenze, il ricorso a provvedimenti di distacco” provvisorio” da istituti di una regione all’altra e all’interno della regione stessa, da un servizio all’altro (istituti/ GOM) e da istituti a servizi di ogni genere, è diventata prassi quotidiana con il consequenziale scadimento e depauperamento dei servizi d’istituto in senso lato , oltre a costituire elemento di notevoli carichi di lavoro e rischio. Si è cosi instaurato un sistema che determina un movimento incontrollato e incontrollabile di personale che dissangua il servizio istituzionale negli istituti di risorse umane indispensabili, irrazionalmente aumentano i disagi e le sofferenze per gli operatori di Polizia Penitenziaria ai quali, peraltro, molto spesso non vengono neanche corrisposti i compensi per lavoro straordinario e le varie indennità accessorie e i servizi di missione per gli N.T.P. nei termini previsti”.
La missiva del segretario nazionale dell’O.S.A.P.P. si conclude con l’affermazione: “nell’interesse di tutti i Poliziotti Penitenziari, non ci rimane altro che tentare di forzare tale blocco attraverso la via della mobilitazione e della protesta pubblica, proclamando lo stato di agitazione del personale di Polizia Penitenziaria nella Regione Campania che sarà seguito da una serie di iniziative pubbliche, per rendere partecipe l’autorità politica del dicastero della giustizia e gli organi governativi sulle condizioni di vivibilità del personale di Polizia Penitenziaria di Napoli e Provincia e di tutta la Regione Campania. Per quanto fin qui rappresentato rimettiamo il tutto alla competenza delle SS.VV. per un intervento ai vertici dell’Amministrazione Penitenziaria ed ai responsabili politici del settore”.

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