Allarme inquinamento, Avellino cerca soluzioni

Allarme inquinamento, Avellino cerca soluzioni
Sono a quota 42 i superamenti dei valori di polveri sottili previsti dalla legge, rispetto ai 35 permessi in un anno. Un dato che deve far riflettere l’amministrazione comunale. Purtroppo a peggiorare la situazione ci pensa il caldo, che non favorisce il dissolvimento delle polveri sottili. “Siamo c…

Allarme inquinamento, Avellino cerca soluzioni

Sono a quota 42 i superamenti dei valori di polveri sottili previsti dalla legge, rispetto ai 35 permessi in un anno. Un dato che deve far riflettere l’amministrazione comunale. Purtroppo a peggiorare la situazione ci pensa il caldo, che non favorisce il dissolvimento delle polveri sottili. “Siamo consapevoli che la questione va affrontata e risolta – afferma il vicesindaco e assessore all’ambiente Gianluca Festa – ma non si può immaginare che tutto possa rientrare in pochi giorni. Servono soluzioni strutturali ed incisive, a medio-lungo termine. La Regione ha dato delle indicazioni rispetto a palliativi da adottare, come le targhe alterne, provvedimento tuttora in vigore in città. In questa fase è impensabile fare di più. Anche l’implementazione del trasporto pubblico passa per il completamento dei parcheggi di interscambio. Abbiamo comunque in programma un incontro con l’assessore alla mobilità Livio Petitto. Stiamo vagliando una tecnologia di ultima generazione, proposta al comune, che contribuirebbe a limitare la concentrazione di polveri sottili. Un risultato cui si deve arrivare anzitutto grazie al miglioramento del trasporto pubblico, unitamente alla diminuizione del traffico in centro, grazie anche al trasferimento dell’autostazione ed al completamento della bretella con la variante”. E sul problema interviene anche Carlo Caramelli, responsabile del Tribunale dei Diritti del Malato: “Avellino ha una rete cinematica non idonea a garantire l’impatto derivante dalle 80mila auto che ogni giorno transitano in città. Tutto questo incrementa le concentrazioni di polveri sottili, problema acuito dalla presenza di diversi cantieri”. Ma Caramelli sposta l’attenzione sul monitoraggio: “Nelle zone a rischio, come via Piave, via Colombo e corso Europa, un monitoraggio puntuale consentirebbe di avere dati scientifici e poter adottare provvedimenti. Non sappiamo – conclude Caramelli – che fine ha fatto la centralina in dotazione all’amministrazione provinciale”.

SPOT