Attraverso una nota inviata agli organi di stampa, i componenti della Rappresentanza Sindacale Unitaria dell’Alto Calore Servizi spa – nelle persone di Tamara Pagnozzi, Lodovico Santoro e Salvatore Raviele – replicano a delle dichiarazioni rilasciate dal presidente dell’ente, Michelangelo Ciarcia.
La replica della RSU
«Prendiamo atto delle dichiarazioni del Presidente di ACS, Michelangelo Ciarcia, apparse sul quotidiano “Il Mattino”, nell’articolo del 23/05/2023, ritenendo doverose le precisazioni che seguono.
Nel citato articolo, si vuole far passare il concetto che i mali e i problemi dell’Alto Calore siano da ricondursi ai dipendenti, allo scarso attaccamento al lavoro e al mancato rispetto delle regole, comportamenti che secondo l’A. U. pregiudicherebbero l’efficienza dell’Azienda, si arriva perfino ad evocare i tristi casi dei “furbetti” di ASL e Genio Civile, al fine di giustificare l’adozione di nuove procedure di controllo di ingressi e uscite dei dipendenti, distogliendo l’attenzione dalle vicende giudiziarie della Società che di certo non riguardano i dipendenti.
Ancora una volta, purtroppo, siamo di fronte ad una vergognosa dichiarazione del Presidente Ciarcia che, invece di dare una svolta seria e definitiva all’Azienda Alto Calore, continua a tentare di fare politica e di riscuotere facili consensi con argomentazioni demagogiche che distolgono il lettore dalla verità dei fatti, nel tentativo di fomentare l’opinione pubblica nei confronti del personale di Alto Calore, seguendo il pessimo esempio di chi lo ha preceduto ed evitando ad arte di parlare del proprio operato.
Vale la pena ricordare, infatti, che il dottore Ciarcia, ancor prima di ricoprire il ruolo di Amministratore Unico, ha rivestito quello di Revisore dei Conti, assicurandosi una presenza in Azienda da quasi un decennio.
Gli scriventi componenti RSU non possono consentire di far passare il messaggio che la salvezza di Alto Calore dipenda dalla flessibilità dell’orario di lavoro, che lo stesso Amministratore Unico ha adottato dal 2019 a seguito di un accordo sindacale che oggi, nel migliore dei casi, finge di dimenticare e pensa di stravolgere senza alcun confronto con le OO.SS. Bene avrebbe fatto, invece, ad evidenziare che, oltre ad una seria riorganizzazione delle attività, sarebbe stato opportuno fare più politica aziendale rispetto a quella partitica, cosa che ad oggi, purtroppo, sembrerebbe praticata con scioltezza ed arroganza.
Per Ciarcia, a questo punto, è opportuno e auspicabile un serio esame di coscienza, riflettendo su cosa realmente è stato fatto. È, infatti, sotto gli occhi di tutti che dopo tanti anni di permanenza in Alto Calore il suo operato non ha prodotto alcuna inversione di tendenza, conducendo invece l’Azienda sull’orlo del fallimento mentre, nel frattempo, si continua ad assistere a situazioni che vedono dipendenti usufruire di orari agevolati, sedi agiate e timbrature tramite SMS, per non parlare dell’utilizzo personale di autovetture aziendali e privilegi di ogni sorta; tutti fatti riscontrabili da documenti ufficiali in Azienda ma mai consegnati alle OO.SS., nonostante le reiterate richieste rimaste a tutt’oggi inevase. Questi argomenti sono ormai sui tavoli sindacali da troppo tempo senza mai condurre ad una seria trasformazione che garantisca un trattamento di eguaglianza per tutti i Lavoratori nell’interesse aziendale.
La maggior parte dei dipendenti di Alto Calore da sempre ha dimostrato di essere pronto a qualsiasi sacrificio per sopperire alle gestioni allegre della politica, dalle cosiddette task force fino alla decurtazione degli stipendi attraverso l’utilizzo del FIS durante il periodo COVID e ancora oggi continua a lavorare in condizioni critiche, fronteggiando file interminabili di utenti allo sportello e assicurando costante impegno sul territorio – di giorno, di notte e durante le festività – pur di garantire l’erogazione di un Servizio pubblico, con grande responsabilità e sottraendo tempo e risorse alle altre esigenze di vita, in primis quelle familiari.
Ci si riempie la bocca parlando di economicità e di fannulloni dietro le scrivanie, eppure nei corridoi si parla di una richiesta di autorizzazione inviata al Tribunale per ricorrere all’utilizzo di personale esterno da collocare anche nei settori amministrativi, senza una reale condivisione con le Organizzazioni sindacali di categoria, mentre il Piano industriale mette in evidenza la necessità di garantire un efficientamento del Personale perché lo stesso è distribuito male, in particolare il personale operaio che da anni ha bisogno di un potenziamento efficace.
La speranza dei Lavoratori onesti, che sono la maggioranza, sopravvive nella fiducia verso le Istituzioni e verso quella parte sana della Politica che già attraverso il Presidente dell’Amministrazione Provinciale di Avellino, Rizieri Buonopane, e il Governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca, – ha indicato la strada per garantire un futuro alla nostra Azienda, individuando un Management che non abbia appartenenze politiche ma che soprattutto possieda le caratteristiche e le competenze necessarie a governare e gestire un Servizio essenziale alla collettività».