Azienda Moscati: la cucina entra in oncologia

Azienda Moscati: la cucina entra in oncologia

La ricerca scientifica e, di conseguenza, l’interesse del pubblico e dei mass-media si stanno sempre più rivolgendo verso l’alimentazione perché si è sempre più convinti che nutrirsi correttamente e uno stile di vita sano, rispettoso dei ritmi più naturali e consoni all’essere, rappresentano le condizioni indispensabili per una salute che non sia solo l’assenza di malattie o dolori, ma un vero e proprio stato di benessere psicofisico. Inoltre, un’alimentazione corretta può aiutare a combattere le conseguenze e gli effetti collaterali delle terapie chemioterapiche, sia da un punto di vista fisico che psicologico. Infatti, nausea, vomito e anoressia da chemioterapia sono tra gli effetti collaterali più temuti dai pazienti e spesso responsabili di sospensione dei trattamenti e stati di iponutrizione con significativo calo ponderale e scadimento delle condizioni generali. Quindi, oltre che cercare con farmaci antiemetici specifici il più completo controllo dell’emesi, altri accorgimenti possono essere utili per migliorare la qualità di vita dei pazienti. In particolare, ci sono cibi o modalità di cottura dei cibi stessi che risultano maggiormente induttori di nausea e anoressia. Da questa ultima considerazione nasce l’iniziativa di organizzare il progetto di educazione alimentare “La cucina entra in oncologia”, rivolto a pazienti sottoposti a trattamenti di chemioterapia, per sensibilizzarli sui benefici di una corretta nutrizione.
Il progetto, coordinato dall’Unità Operativa di Oncologia Medica dall’Azienda Ospedaliera “San Giuseppe Moscati” di Avellino, si avvale della collaborazione dell’Istituto Alberghiero “Manlio Rossi- Doria” di Avellino e dell’Ipercoop di Avellino, e mira a coinvolgere chiaramente i pazienti oncologici.
Tale progetto prevede una serie di incontri formativi teorici e pratici che vedrà la partecipazione di oncologi, psicologi, nutrizionisti e anche cuochi che aiuteranno i pazienti sottoposti a chemioterapia a capire come alimentarsi e “cucinare”. Infine si prevede, come evento finale, una gara di cucina che vedrà protagonisti gli stessi pazienti. Si cercherà anche di dimostrare come un’alimentazione corretta possa essere anche gradevole, senza rinunciare al piacere della tavola.

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