Azioni positive, Lomazzo: disponibili le linee guida per i Comuni

AVELLINO – Linee guida ai Comuni per la stesura dei piani triennali di azioni positive: parte la campagna informativa promossa dall’Ufficio della Consigliera di Parità della Provincia di Avellino, diretto da Domenica Marianna Lomazzo, finalizzata a sollecitare gli enti locali interessati ad adottare o ad aggiornare i dispositivi. I piani devono essere predisposti con il coinvolgimento della Consigliera di Parità e le organizzazioni sindacali territorialmente competenti, in ossequio all’art. 48 D. Lgs. 198/2006 e successive modifiche ed integrazioni. Nell’ambito delle prerogative affidate dalla legge ed al fine di osservare i principi generali contenuti nella normativa di riferimento, in materia di promozione delle pari opportunità e tutela antidiscriminatoria sui luoghi di lavoro, l’Ufficio della Consigliera di Parità della Provincia di Avellino ha, pertanto, elaborato un VADEMECUM INFORMATIVO, utile ai fini della redazione dei piani triennali di azioni positive nelle pubbliche amministrazioni (D.lgs. 198/2006, sm.i.; d.lgs. n. 165/2001, s.m.i.; l.d. n. 15/09; d.lgs. n. 150/09), da inviare ai Comuni irpini e comunque consultabile presso la sede istituzionale dell’ex Caserma Litto (II) piano (tel\fax: 0825.786246).
“Ai sensi delle disposizioni del d.lgs. n. 165 del 2001 – spiega la Consigliera Lomazzo -, le amministrazioni pubbliche sono tenute obbligatoriamente a predisporre piani di azioni positive. I predetti piani, di durata triennale, devono assicurare la rimozione degli ostacoli che, di fatto, impediscono la piena realizzazione di pari opportunità di lavoro e nel lavoro tra uomini e donne. Al fine di promuovere l’inserimento delle donne nei settori e nei livelli professionali nei quali esse sono sottorappresentate, essi favoriscono il riequilibrio della presenza femminile nelle attività e nelle posizioni gerarchiche ove sussiste un divario fra generi non inferiore a due terzi”.
In caso di mancata adozione, la legge prevede infatti l’applicazione dell’articolo 6, comma 6, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165: e cioè l’impossibilità di procedere all’assunzione di nuovo personale, compreso quello appartenente alle categorie protette e, pertanto, la possibilità di annullare le assunzioni effettuate a partire dal 30 giugno 2001.
“I piani triennali, che vanno aggiornati periodicamente, devono tener conto di quanto previsto dall’articolo 57 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 – aggiunge Lomazzo -, nonché dalle innovazioni normative di recente introdotte dalla l.d. n. 15 e dal d.lgs. n. 150 del 2009 (c.d. Riforma Brunetta) e dalla legge n. 183/2010 (c.d. Collegato lavoro alla finanziaria), in particolare all’art. 21 (“Misure atte a garantire pari opportunità, benessere di chi lavora e assenza di discriminazioni nelle pubbliche amministrazioni”) che obbliga le amministrazioni pubbliche ad istituire il “Comitato unico di garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni. La mancata costituzione del Comitato comporta responsabilità dei dirigenti incaricati della gestione del personale, da valutare anche al fine del raggiungimento degli obiettivi”, conclude la Consigliera di parità irpina.

SPOT