Il segretario generale dell’Ugl ha incontrato i vertici del Cese a Bruxelles. Con il presidente Staffan Nilsson, Centrella ha voluto stabilire un primo contatto per testimoniare l’impegno della sua organizzazione verso una maggiore coesione tra i lavoratori, i sindacati e i cittadini europei. “Ci auguriamo – ha commentato Centrella – che da oggi possa incrementarsi una fattiva collaborazione, che già stiamo costruendo con i nostri rappresentanti nel Comitato, a tutto vantaggio e nell’esclusivo interesse delle persone che rappresentiamo e che ad oggi sono più colpite dagli effetti negativi della crisi ancora in atto». Il segretario generale dell’Ugl ha avuto anche un colloquio con il vice presidente del Cese Anna Maria Darmanin, e ha incontrato il presidente del Gruppo dei lavoratori, Georgios Dassis, con cui ha discusso dei riflessi della crisi economica sui lavoratori italiani ed europei e della necessità di tenere sempre alto lo spirito della coesione economica e sociale, uno dei più importanti valori fondanti che ha dato vita e corpo all’Unione europea.
“Parlando con il presidente Dassis – ha dichiarato il segretario generale – abbiamo avuto la conferma che un’istituzione così importante per il mondo del lavoro, e aperta a tutti gli interlocutori, come il Cese, è sicuramente il luogo più adatto in cui ritrovare la serenità e la serietà, che purtroppo abbiamo smarrito in Italia, per individuare le soluzioni più idonee per difendere e tutelare disoccupati, giovani e non, lavoratori e pensionati in Italia e in Europa”. Inoltre, il segretario generale dell’Ugl, Giovanni Centrella, ha partecipato a Bruxelles alla terza tappa del Luiss Barcamp 2011, ospitato presso il Parlamento europeo.
Invitato a parlare di ‘Stabilità e Flessibilità”, il sindacalista ha posto l’attenzione sul problema dei working poors, cioè di quei lavoratori “molti dei quali precari e sopratutto giovani che, pur avendo un’occupazione, non godono di un adeguata indipendenza economica e di un accettabile livello di welfare». Secondo Centrella «compito dell’Unione europea dovrebbe essere quello di cogliere le sfide del futuro e contemporaneamente portare tutti gli Stati membri a rispondere alle esigenze di solidarietà, inclusione e progresso sociale, secondo il modello economico e sociale europeo che non dovrebbe mai essere dimenticato proprio in un periodo di grande crisi come quello che stiamo vivendo”.