I 275 abitanti di Cairano questo candidato sindaco ‘Leonetti Francesco’, che si propone di governare il Comune per i prossimi cinque anni, non l’hanno mai visto né sentito. Stesso discorso per gli altri due aspiranti primi cittadini, Simone Fiume e Gennaro Marchesano, atterrati soltanto virtualmente su questo borgo, considerato un modello di sostenibilità a livello nazionale.
Fiume è alla testa della lista “L’Altra Italia”; Marchesano “La mia Città”, mentre Leonetti punta su un più convincente “Uniti si Vince”. Ma ad essere uniti sono soprattutto loro, che – dicono in paese – “non si preoccupano del benessere di Cairano, ma del proprio”. Il riferimento è ai trenta giorni di permesso retribuito che una legge del 1981 configura come “aspettativa speciale” per tutta la durata della campagna elettorale. Una legge pensata in particolare per consentire agli appartenenti delle forze dell’ordine di esercitare il diritto costituzionale all’attività politica.
Secondo le “indagini” di Luigi D’Angelis, sindaco uscente, Leonetti, Fiume e Marchesano e i trenta candidati consiglieri che li accompagnano, dieci per ogni lista, in perfetto equilibrio di genere, sarebbero appartenenti a diverse forze di polizia e alla polizia penitenziaria provenienti da Napoli, Caserta, dalla Puglia e persino dalla Sicilia.
Le liste da loro presentate sono formalmente corrette, nessuna sbavatura burocratica o possibilità di contestazioni. Inoltre, non essendo contemplato nei comuni con meno di cinquemila abitanti l’obbligo di raccogliere le firme per depositare le liste, il gioco è ancor più facile. Ma D’Angelis, che dopo tre mandati consecutivi si presenta come consigliere della lista “Democrazia e Sviluppo” a sostegno della candidata sindaco Maria Antonietta Russo, opposta a “Costruiamo il Futuro” guidata da Giuseppe Frieri, non ci sta e chiede interventi legislativi per modificare una legge che produce simili storture.