Cisl a Sibilia: consiglio provinciale aperto ai lavoratori

Cisl a Sibilia: consiglio provinciale aperto ai lavoratori

Primo maggio, di seguito l’intervento alla manifestazione di stamane del segretario provinciale della Cisl, Mario Melchionna: “Quella di oggi non è una semplice manifestazione, ma una mobilitazione per il lavoro, per superare la crisi e dare all’Irpinia la speranza di un futuro migliore, ma soprattutto fondamentale è il confronto tra il Sindacato, la Politica, le istituzioni religiose, i lavoratori e le associazioni datoriali. Un ringraziamento particolare va al Vescovo Francesco Marino,al Vescovo Giovanni D’Alise e a tutta la Chiesa Irpina, che ha permesso la realizzazione di questo importante momento di solidarietà, e un grazie anche alle Istituzioni Politiche e alle Associazioni presenti. Ma soprattutto a tutti i lavoratori, oggi è la loro festa e purtroppo saranno in pochi a festeggiare. Un élit di fortunati, rispetto ai tantissimi lavoratori vittime della crisi, che ha portato via dalle loro case serenità, speranza di un futuro migliore e dai loro volti il sorriso. Oggi purtroppo solo sofferenza… Lo stato di sfiducia e di incertezza è, allo stesso tempo, un effetto della difficile crisi che stiamo attraversando ed uno dei fattori che la alimenta. Se si volesse discutere seriamente delle questioni più dirompenti che turbano l’esistenza quotidiana delle nostre popolazioni, si dovrebbe prendere spunto dalla ferita più dolorosa che offende l’Irpinia, ma il discorso si potrebbe estendere facilmente a tutte le aree interne e depresse del Mezzogiorno. Mi riferisco al triste problema della disoccupazione, alla totale assenza di prospettive e speranze legate a un lavoro decente e a una vita dignitosa per l’avvenire delle giovani generazioni. Nella nostra Provincia, a causa della recente crisi economica, molte aziende hanno ridotto il personale o chiuso gli stabilimenti. Tante le aziende che stanno attraversando una situazione di incertezza le cui vertenze sono state oggetto di confronto ai Tavoli istituzionali, anche alla presenza di Ministri del Governo Italiano, con esito non sempre positivo : partendo dall’ FMA, Irisbus, Almec CDI, Tecnostampi, Ocevi, Cablauto, Novolegno, Alvi, Despar, Real Beef, Ilas , gli Enti Montani, il Polo Conciario di Solofra e tante altre aziende in difficoltà nella nostra Provincia, di tutti i settori produttivi. Senza dimenticare i tagli ingiustificati nel settore delle Scuola e del Pubblico Impiego. Un pensiero è rivolto anche ai tanti pensionati, che vivono una condizione di povertà. Occorre inoltre mettere in evidenza che una corretta gestione dei Rifiuti e delle Acque nella nostra Provincia, quindi una gestione Pubblica, produrrebbe effetti positivi, quali ricchezza e occupazione. ( A tal proposito, è fondamentale sottolineare che l’affidamento della gestione integrata delle acque da parte dell’ATO debba essere concesso all’ACS). Assurdi i tagli previsti dalla riforma della scuola per l’anno 2010/11: in Campania 3.886 posti in meno, in provincia di Avellino dovremmo registrare circa 400 posti di lavoro in meno, senza considerare, inoltre, che seguiranno ulteriori pesanti tagli anche per il personale A.T.A. Sarebbe auspicabile un immediato intervento della Regione e degli enti locali che sono titolari di specifiche ed importanti attribuzioni in materia di politiche scolastiche dei rispettivi territori. Il piano di razionalizzazione ospedaliera, è solo uno strumento che chiude gli ospedali in Alta Irpinia! Cosa hanno fatto e dove sono i rappresentanti delle istituzioni locali? Non possiamo pagare le conseguenze degli errori di chi ha governato la nostra Regione negli ultimi dieci anni. Mi riferisco alla cattiva gestione delle risorse, che non si sa a quanto ammontano, né se siano state utilizzate, ma soprattutto, nella migliore delle ipotesi, come siano state utilizzate! Di sicuro non a favore dei nostri territori… E Siccome il ruolo del sindacato non è solo quello di rappresentare i lavoratori, ma anche quello di contribuire al miglioramento dei servizi da erogare ai cittadini, occorre da parte della rappresentanza delle istituzioni locali, degli eletti al consiglio regionale, delle organizzazioni sindacali, ma anche da parte dei cittadini, chiedere al neo presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, l’immediata apertura di un tavolo di concertazione territoriale su scala provinciale. Ciò consentirebbe, di verificare e migliorare i livelli di assistenza sanitaria e di pronto soccorso. Vogliamo e meritiamo, come persone e come Irpini, una sanità più efficiente!! I dati forniti dai Centri per l’Impiego (CPI) sono solo alcuni esempi di una drammatica realtà: circa 80.000 iscritti ai CPI della provincia di Avellino, circa 7.000 giovani intelligenze tra laureati e diplomati hanno lasciato l’Irpinia per muoversi verso il Nord negli ultimi 6 anni,oltre 7 mila lavoratori tra licenziamenti, Cassa integrazione e mobilità, circa 20 mila lavoratori precari sia del pubblico che del privato che sono stati espulsi dal posto di lavoro. Il dilemma della disoccupazione è nel nostro territorio più sentito che altrove, e l’emigrazione, soprattutto dei giovani laureati è un fenomeno che non tende a ridursi nel tempo. Il vero dramma è vedere giovani laureati, per i quali lo Stato ha investito in termini di istruzione, bloccarsi per anni con tirocini, stage e formazione, senza un riscontro positivo. Questo impedisce loro di pensare con serenità al proprio futuro e di costruire una famiglia. Il tasso della disoccupazione giovanile in Irpinia è assai elevato, nella provincia di Avellino un giovane su due è disoccupato. Inoltre, e questo è motivo di ulteriore apprensione e amarezza, il numero dei disoccupati che hanno varcato la soglia dei 30 anni è in costante aumento. Notevole è anche il numero dei disoccupati ultraquarantenni, che nutrono scarsissime speranze e possibilità di reinserimento nel mondo del lavoro. Nel contempo, anche in Irpinia si sono diffusi a dismisura i rapporti di lavoro atipici e precarizzati, soprattutto nella fascia di giovani tra i 20 e i 25 anni, ossia tra i giovani alla loro prima occupazione lavorativa, assunti con contratti a breve termine. Per non parlare dello sfruttamento del lavoro nero. In Provincia di Avellino, nessun settore produttivo è stato risparmiato: 1 azienda su 2 fa ricorso a manodopera in nero. Dall’inizio dell’anno le aziende costrette a chiudere i battenti sono state 20, con una percentuale di manodopera in nero superiore al 60%. La sola nota positiva è sicuramente l’operato degli organi ispettivi e delle forze dell’ordine, che hanno intensificato i controlli in tutta la Provincia e che hanno svolto un lavoro eccellente per contrastare questo triste fenomeno. Quindi un ringraziamento va in primis a tutti loro . Ma tutto ciò non basta, oltre alla repressione del fenomeno, occorre attuare un’azione di prevenzione, che quantomeno possa limitare la crescita di tale fenomeno a tutti i livelli e in tutti i settori. Nonostante la crisi economica, il lavoro nero e irregolare è in continuo aumento. Lo sfruttamento di manodopera a basso costo, pagata quasi sempre a nero, costituisce un problema molto grave ed esteso, che investe soprattutto i lavoratori immigrati che inevitabilmente ne pagano le conseguenze. Infatti,  anche in Irpinia si registrano percentuali davvero inquietanti di morti bianche, vere e proprie stragi sul lavoro di cui quasi nessuno parla. La scarsità di un lavoro degno, l’emigrazione (anche per le fasce sociali più scolarizzate), il ricatto delle clientele politico-elettorali, la crescente precarizzazione dei contratti di lavoro e più in generale della stessa esistenza, l’assenza di tutele e diritti: queste sono tra le cause più drammatiche e strutturali che producono il disagio materiale ed esistenziale, effetti di depressione e disgregazione del tessuto sociale di una comunità. Il lavoro umano, poiché garantisce sopravvivenza e dignità, deve riconquistare la sua importanza! Occorre superare il precariato e ripensare le politiche sociali in un’ottica orientata al lavoro, questo anche da parte delle istituzioni locali. È forte l’esigenza di investire sul capitale umano, rafforzandolo e mettendo quindi al centro le persone. Occorre puntare su un apprendimento flessibile, sul sistema di educazione, istruzione, Università, formazione. La distanza tra formazione e lavoro è abissale. Per affrontare le crisi aziendali occorre considerare i lavoratori come bene sociale oltre che economico, salvando e innovando il lavoro e le professionalità. Valorizzare la nostra Provincia puntando sulla qualità e la crescita dell’occupazione; quest’ultimo fattore è correlato con il benessere della comunità e rappresenta una sfida culturale, operativa e gestionale. Elemento prioritario è la creazione e la conservazione del lavoro. Oggi, con la manifestazione del 1°maggio, rilanciamo il “Patto per lo sviluppo e l’occupazione in Irpinia”. Chiediamo di convocare con urgenza, i tavoli di confronto con l’Ente Provincia, per dare nuovo impulso e centralità alle politiche del lavoro e affrontare con responsabilità e tempestività le tante vertenze ancora aperte in tutti i settori produttivi. Chiediamo al Presidente Cosimo Sibilia di convocare un consiglio provinciale sul lavoro, aperto a tutti i sindaci dei comuni irpini e i parlamentari regionali e nazionali. L’obiettivo è di portare la vertenza Irpinia a Roma, al tavolo di Governo e a Napoli, in Regione Campania”.

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