CUG Provincia, presentata la piattaforma sindacale

AVELLINO – Cgil, Cisl, Uil e Ugl presentano la piattaforma sindacale per la messa in rete dei CUG della Provincia di Avellino. Ecco la nota: “Sono trascorsi 4 anni dal Collegato Lavoro (2010) che ha previsto un innovativo apporto alle organizzazioni pubbliche con l’istituzione dei Comitati Unici di Garanzia per le pari opportunità per la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni. È da constatare, tuttavia, che mentre in alcune e poche realtà esso è già divenu…

AVELLINO – Cgil, Cisl, Uil e Ugl presentano la piattaforma sindacale per la messa in rete dei CUG della Provincia di Avellino. Ecco la nota: “Sono trascorsi 4 anni dal Collegato Lavoro (2010) che ha previsto un innovativo apporto alle organizzazioni pubbliche con l’istituzione dei Comitati Unici di Garanzia per le pari opportunità per la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni. È da constatare, tuttavia, che mentre in alcune e poche realtà esso è già divenuto soggetto attivo di cambiamento, in molte altre o non è stato costituito o stenta ad affermare il proprio ruolo.
In buona parte degli Enti i Comitati sono stati istituiti solo per far fronte alla norma, ma altra cosa è parlare del loro funzionamento a supporto dell’amministrazione e dei dipendenti. Essendo le OO.SS presenti nei Comitati, si è cercato di avviare una prassi comune di lavoro al fine di omogeneizzare il loro andamento sul territorio. Tuttavia, secondo i dati in nostro possesso sui 118 comuni della provincia, solo 26 si sono attivati per la costituzione del Comitato, e di questi 26 ancora 9 comuni non hanno ad oggi proceduto all’istituzione del CUG con delibera, mentre solo 4 (Avellino, Mercogliano, Lioni e Nusco) hanno istituito il Comitato, approvato il regolamento, il PAP e avviata una fase di monitoraggio con la somministrazione di un questionario anonimo. Per i restanti 13 comuni è stata fatta al momento solo la nomina del componente.
Questi dati confermano come siamo in presenza ancora di forti discrasie legate essenzialmente da un lato alla carenza di in-formazione degli addetti ai lavori e dall’altro al fatto stesso che da molti amministratori viene visto solo come una istituzione da eseguire in nome delle norme. Non si è ancora compreso in maniera chiara il valore fondamentale di tale organismo e soprattutto in questa fase caratterizzata da accorpamenti e riordino di autonomie locali il CUG potrebbe rappresentare uno strumento fondamentale a disposizione dei dipendenti vittime di passaggi di ruolo e mansioni conseguenti proprio al riordino amministrativo.
Le Organizzazioni sindacali prendendo spunto dalla riflessione che oggi ci vede parte di un percorso condiviso e ritenendo opportuno e proficuo avviare una discussione di analisi su come “fare rete tra i Cug per essere efficienti”, presentano all’assise presente e alla Consigliera di parità una “PIATTAFORMA SINDACALE” tenuto conto e dando per scontato le ragioni che spingono a fare “rete” come: il migliorare le sinergie tra Comitati, l’accrescere le competenze da essi spendibili all’interno delle proprie realtà pubbliche e, rafforzare l’efficacia ed l’efficienza della loro attività, Siamo convinte che partendo da questa piattaforma si possa individuare nella fase attuale, un’opportunità organizzativa di potenziamento del sistema CUG.
Prendendo in considerazione l’ambito provinciale, potremmo provare a rafforzare lo strumento dei CUG incentrando la nostra azione su due potenzialità di aggregazione:
1. il Cantiere/laboratorio locale dei Cug, come luogo di approfondimento, come gruppo di lavoro, come intreccio di relazioni e come staff di supporto;
2. il Cug associato, inteso come formula organizzativa innovativa per la costituzione e il funzionamento, a livello intercomunale, dei Comitati.
Il Cantiere/laboratorio (1 azione di aggregazione)
Rappresenta un luogo di lavoro tra Cug e, più specificatamente, un aggregato fisico e in ambito provinciale in cui i Comitati aderenti lavorino insieme, sviluppando idee, progettando iniziative, approfondendo programmi di lavoro, azioni e strumenti da utilizzare e applicare nei propri enti e confrontandosi sui risultati ottenuti.
In sostanza, una comunità locale di Cug che aiuti a rafforzare l’efficacia e l’efficienza di azione del singolo Cug aderente all’iniziativa.
La missione dell’aggregazione attraverso il Cantiere Laboratorio consiste, quindi, nel creare una comunità provinciale di Comitati, che agisca “a fianco” del singolo Cug aderente i cui macro-scopi sono:
A. la fertilizzazione delle competenze dei Comitati aderenti, per accrescere le loro conoscenze e abilità, e renderli più consapevoli del loro ruolo all’interno delle organizzazioni pubbliche di appartenenza; A tal scopo è ovviamente opportuno un momento di in-formazione capillare e territoriale per gli addetti ai lavori magari suddivisa in più focus tenendo conto di tre macro aree territoriali quali Alta e Bassa Irpinia e Avellino capoluogo.
B. La realizzazione di “prodotti” operativi e amministrativi da utilizzare ed applicare nei propri enti. Per chiarire meglio cosa si possa intendere per “realizzazione di prodotti”, specie in ambito di sicurezza sul lavoro, si può pensare, ad esempio, alla definizione di un programma di lavoro comune, all’ideazione di un progetto di lavoro in materia di promozione del benessere lavorativo, o altre azioni specifiche in un’ottica di benessere o di prevenzione del mobbing o di contrasto alle discriminazioni, che possono essere inserite nel Piano della performance o nel documento di valutazione dei rischi nonché nel Piano triennale di azioni positive.
È opportuno che i lavori del cantiere siano organizzati in modo da favorire un approccio dinamicamente interdisciplinare, cioè basato su approfondimenti che siano non solo di ordine giuridico, organizzativo, psicologico, sociologico, ma anche aperti alle altre discipline che, di volta in volta, possano rivelarsi utili per l’azione dei Comitati partecipanti. I lavori potranno essere periodici, in modo tale da consentire una programmata partecipazione degli aderenti al cantiere ed in merito all’organizzazione del laboratorio i principali destinatari “attivi” sono i rappresentati dei CUG, le OOSS e la direzione del progetto è quanto meno opportuno che stia in capo alla Consigliera Provinciale di parità.
Il Cug associato a livello intercomunale (2 azione di aggregazione)
L’idea del Cug associato, potrebbe rilevarsi particolarmente interessante per i Comuni di piccole dimensioni. Difatti la direttiva in tema di Cug prevede, che i soggetti pubblici di piccole dimensioni possano creare un Cug associato.
Tale possibilità induce a formulare un’ulteriore idea di rete, il Comitato unico associato, vale a dire esteso a più realtà pubbliche. Approfondendo tale ipotesi nel contesto dei Comuni si può sostenere che l’ambito territoriale di accorpamento e/o aggregazione intercomunale possa coincidere, o con quello di un’ Unione di comuni laddove esistente o con una realtà territoriale di Comuni limitrofi o con l’insieme delle realtà comunali dirette da uno stesso Segretario Comunale.
Lo scopo è consentire la costituzione di un Cug avente potenzialmente, rispetto a quello di emanazione di un singolo Comune, maggiore efficienza in conseguenza delle “economie di scala”, e maggiore efficacia, in considerazione del “raggruppamento” di competenze consentito da una più ampia selezione dei componenti. Tale forma di rete, dovendo essere strutturata e organica, richiede, inevitabilmente, un’elevata formalizzazione burocratica.
Potremmo anche tracciare un esemplificativo iter giuridico-organizzativo e i principali profili procedurali giuridici e organizzativi da mettere in atto per giungere a un Comitato di tal genere, che sono:
-una preventiva valutazione di fattibilità giuridico-organizzativa tra i Segretari e tra i vertici politici degli enti;
-una preliminare intesa informale, che individui, ad esempio, le modalità per la nomina del Presidente e i criteri, anche quantitativi, per la composizione del Cug aggregato;
-un confronto con la delegazione sindacale territoriale per verificare la disponibilità a un Cug intercomunale;
-la delibera di un Comune capofila che esprima la volontà di costituire un organismo associato;
-la delibera di ogni singolo Comune che affermi la volontà di associarsi con altri enti per la costituzione del Cug o, in caso di Unioni, di aderire al Cug di Unione.
All’iter costitutivo in senso stretto dovrebbe poi seguire un ulteriore iter giuridico-organizzativo interno al Cug associato, una volta che esso sia stato posto in essere. Alcuni esempi di tali attività sono:
-la nomina dei componenti (titolari e supplenti assegnati al proprio ente) del Comitato
unico di garanzia;
-il regolamento di funzionamento del cug;
-la fissazione di un piano di obiettivi di gruppo e/o individuali del Cug;
-uno step periodico di auto-verifica dei risultati raggiunti;
-una verifica annuale sull’efficacia della propria missione (ad esempio, cominciando con il valutare i compiti attivati effettivamente);
-un altro check-up annuale sulle relazioni attivate/attivabili.
Il valore aggiunto del CUG ASSOCIATO
Rispetto a un normale Comitato allocato presso un singolo Comune, nel caso in esame diviene particolarmente cruciale l’organizzazione interna, intesa come efficace suddivisione interna del lavoro. La composizione intercomunale da un lato rappresenta una variabile che può determinare una specifica difficoltà operativa, mentre d’altro lato può divenire, ove valorizzata con adeguata organizzazione interna, il “punto di forza” del suddetto organismo.

Conclusioni
Il decollo dei Cug rappresenta una grande opportunità per le organizzazioni pubbliche, perché consente a esse di far emergere, dal loro interno, un soggetto che può dare uno specifico contributo sui temi dell’eguaglianza sul lavoro, della non-discriminazione e della cura del benessere sul lavoro. Il Comitato va, però, sostenuto specie sotto un profilo organizzativo perché le prassi prevalenti mostrano che esso non sta dando i “frutti sperati” e sta producendo inazione e inefficienza. Il fare rete tra Cug, specie in uno dei modi suindicati, rappresenta, dunque, un modo per rafforzare, fattivamente, il ruolo del Comitato in esame, valorizzando, adeguatamente, l’input proveniente dal Legislatore. Oggi questo Forum delle Amministratrici irpine deve servire ad aprire una fase di ascolto e conseguentemente rendere possibile un percorso congiunto per la valorizzazione della RETE dei CUG che abbia l’obiettivo di favorire la circolazione delle buone prassi in modo che si possano raggiungere risultati eccellenti su tutto il territorio in termini di tutele”.

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