Gestione Alto Calore, la nota del sindaco Salzarulo

“Lo scorso giovedì si è tenuto un confronto a Summonte, stimolato da Giuditta, sindaco di quella comunità. Si è discusso in termini concreti dei servizi rilevanti e della loro gestione. In primo piano la questione dell’acqua e, quindi, dei rifiuti. È stato un buon inizio per un percorso che, condivido con tanti altri, resta tutto da inventare: la gestione degli enti strumentali, a cui fanno capo i servizi fondamentali alle comunità, non può più essere mutuata alle astratte volontà della politica ma deve essere consegnata, dai rappresentanti dei Comuni (soci! non sudditi) ad una mano che sappia guidarli con sapienza verso la efficienza organizzativa, la efficacia nella erogazione ai cittadini, la economicità per il contribuente. Questo indirizzo è, in buona sostanza, contenuto nella legislazione vigente e universalmente accettato. Fa eccezione la nostra provincia in genere, in tutte le sue articolazioni: dalle istituzioni, ai partiti, a quanti vi siano coinvolti.
Guardando, per un momento, all’Alto Calore Servizi, ci rendiamo conto che quella gestione risponde esclusivamente a criteri “di appartenenza politica” che, al di là delle dichiarazioni, ha rinunciato a pianificare uno sviluppo gestionale che portasse il Consorzio nella direzione giusta. Infatti. È facile per tutti individuare le criticità. 1. La depurazione non efficace; 2. Le reti colabrodo; 3. I costi dell’energia. Come si vede non ho iscritto tra le criticità le risorse umane, in quanto le robuste professionalità che l’ACS annovera sono una sicura garanzia di efficienza, e lo dico per esperienza personale, verificata ampiamente sul campo. Forse ci sarebbe qualcosa da dire sulla quantità del personale e sulla sua distribuzione corretta sul territorio. Questo, però, è in capo all’impianto organizzativo, diretto discendente della politica di gestione!
La depurazione e le reti. Posso dire per il mio Comune che, quando ancora era possibile accedere ai mutui è stata organizzata, in collaborazione proprio con i tecnici ACS, la completa ristrutturazione del depuratore, ormai obsoleto, che oggi è perfettamente funzionante con le tecnologie più avanzate. Poi sono stati sostituiti, progressivamente, tratti della rete, sempre in collaborazione. Mai, però, l’ACS ha proposto progetti generali per ambiti territoriali. Eppure poteva essere utilizzato almeno il FESR. Eppure la problematica delle perdite è all’ordine del giorno, e produce uno spreco dell’acqua in quantità non accettabili. Il ragionamento, da parte del consiglio di amministrazione, è stato semplice: i depuratori e le reti sono di proprietà dei Comuni e, pertanto, estranei all’Ente! Posizione corretta ma, davvero, singolare. Infatti anche il Consorzio è strumento, e proprietà, dei Comuni! Che se ne vedono espropriati un attimo dopo avere insediato il Consiglio di Amministrazione! Chiaro è che non si somiglino tutti, i Consigli di Amministrazione! Questo in carica, bensì, ha manifestato il massimo di estraneità nei confronti dei “Comuni proprietari”.
Poi c’è la questione della “Società Patrimonio” di cui sarebbe opportuno discutere a fondo, e non a margine!
Infine l’energia. Ogni minima massaia, che gestisca con oculatezza l’economia domestica, ha capito che, nell’ultimo decennio, i costi dell’energia erano in continua ascesa. Ogni comune padre di famiglia, come il gestore di piccola o grande azienda, capiva che sarebbe stato necessario risparmiare o, se non fosse possibile, che occorresse fare investimenti per produrre energia o averne a costi bassi. Il Consiglio di Amministrazione dell’ACS non se ne è occupato, pur sapendo che in tutte le stagioni occorre energia elettrica per pompare l’acqua dal punto di raccolta, molto in basso, ai punti di erogazione, molto in alto.
Nel confronto di Summonte ho condiviso che sarebbe stato saggio un rinvio delle decisioni per un momento di riflessione sulle strategie. Lo confermo. Altresì affermo che, in ogni caso, non ritengo ci siano le condizioni per approvare un bilancio che propone debiti senza aver fatto investimenti e le cui cifre non appaiono trasparenti.
Solo dopo il voto contrario sul bilancio sarà possibile un “time out” per costruire un strategia che garantisca di utilizzare al meglio le professionalità interne e, soprattutto, definire la struttura dell’Ente che garantisca la conservazione dell’acqua in mani pubbliche! E questo non nella qualità di, umile, esponente del PD, bensì come sindaco di una comunità che rende un grosso tributo all’acqua”.

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