AVELLINO – In occasione della Giornata Mondiale dell’AIDS, il cui tema dell’anno è “Accesso Universale e Diritti Umani”, si svolgerà domani, 1 dicembre 2010, con inizio alle ore 9.30, presso la sala riunioni dell’Azienda Ospedaliera “San Giuseppe Moscati” di Avellino (Palazzina Uffici Amministrativi “Costantino Mazzeo”, 3° piano – Città Ospedaliera – Contrada Amoretta), il convegno “Disturbi Neurocognitivi nel Paziente con Infezione da HIV”, organizzato dall’Unità Operativa di Malattie Infettive e Centro AIDS, diretta dal dott. Nicola Acone.
Il convegno è articolato in due sessioni. Nella prima, alla quale parteciperanno anche autorità cittadine (tra gli altri, il Presidente della Provincia, il Sindaco, il Vicario del Vescovo, il Presidente dell’Ordine dei Medici, il Commissario dell’Asl Avellino), si affronteranno i problemi relativi all’integrazione Ospedale-Territorio, all’assistenza domiciliare dei pazienti con AIDS e alla prevenzione. “Si stima che in Italia siano 170-180 mila le persone con Hiv e circa 22 mila quelle affette da AIDS – sottolinea il dott. Acone -. Un aspetto importantissimo è che un sieropositivo su quattro non sa di essere infetto. Oggi la principale via di trasmissione sono i contatti sessuali non protetti sia etero che omosessuali e le persone che scoprono di essere sieropositive hanno un’età molto più avanzata rispetto a quanto si registrava all’inizio della epidemia. Il 30% delle nuove diagnosi riguarda cittadini stranieri. I dati epidemiologici in Irpinia rispecchiano pienamente quelli nazionali”. Nella seconda sessione, oltre agli aspetti neurocognitivi di questa patologia, si discuterà di tutti quei sintomi e segni che possono avviare a una diagnosi precoce di AIDS, che è facile nella fase conclamata di malattia, ma molto difficile nelle fasi iniziali. “Purtroppo – aggiunge il dott. Acone -, la diagnosi di sieropositività è spesso tardiva e arriva in concomitanza con patologie non curabili senza aver avuto la possibilità di usufruire dei benefici delle terapie antiretrovirali prima della diagnosi. Ecco perché non bisogna mai abbassare il livello di attenzione su questa malattia”.