Global Day Action, iniziativa di MAIO contro le spese militari

BAIANO – Domani, martedì 12 aprile in oltre 35 paesi si terrà il primo ‘Global Day of Action on Military Spending. “Cambiano le società e le alleanze, ma le armi trovano sempre acquirenti”. E’ quanto afferma in una nota il gruppo MAIO, promotore dell’iniziativa. “La no-fly zone in Libia, – prosegue – oltre ad aver mancato rispetto del diritto nazionale (vedi articolo 11 della Carta Costituzionale italiana) ed internazionale (legittimazione del principio e della prassi della “guerra umanitaria”), è diventata anche una vetrina privilegiata per potenziali clienti di armi, sottolineando la potenza dei caccia da combattimento occidentali e delle bombe intelligenti, o al contrario ricordando i potenziali acquirenti i sistemi difensivi necessari per respingerle. Infatti ben il 40% del totale delle esportazioni militari italiane sono dirette proprio verso i paesi nordafricani. Nello specifico, l’Italia ha venduto armi nel 2010 ai seguenti paesi: Emirati Arabi Uniti (477 milioni di euro), Arabia Saudita (432), Algeria (343), Stati Uniti (301), Gran Bretagna (199,90), India (147), Germania (121,8) Singapore, (82,6) Australia (79,5), Oman (79), Libia (38): quasi tutti paesi in guerra o governati da dittature (dati: Rapporto della presidenza del Consiglio diffuso il 1 aprile 2011, vedi http://www.governo.it/Presidenza/UCPMA/Rapporto2010/RAPPORTO_PCM_2010.pdf).
E’ per tutti questi motivi che il Gruppo M.A.I.O. ha deciso di aderire e promuovere in Irpinia il primo Global Day of Action contro le spese militari, e di non firmare appelli e non partecipare a manifestazioni che chiedano ai governi di fermare i bombardamenti, condannando ciò che di fatto sta avvenendo o è già avvenuto. Non basta mettere a verbale un “no” alla guerra. Certo, meglio che niente, ma bisognerebbe aggiungere una parola in più: quando la guerra inizia nessuno riesce a fermarla; bisogna prevenirla una guerra, affinché non avvenga. Lo si può fare solo non collaborando in alcun modo alla sua preparazione. La pace non verrà dai governi che utilizzano lo strumento militare, ma potrà venire solo dai popoli che rifiuteranno di collaborare con essi. E’ a noi stessi, dunque, che dobbiamo rivolgere gli appelli per la pace.
Il Gruppo M.A.I.O. sente inoltre la responsabilità di indicare delle alternative (collettive):
1. il disarmo, ossia svuotare gli arsenali, rinunciare al nucleare – civile e militare – superare il concetto di esercito;
2. con le risorse risparmiate, costituire e preparare “mezzi” nonviolenti – cioè costituzionali – di “risoluzione delle controversie internazionali”;
3. Difesa Popolare Nonviolenta.
E qualche soluzione pratica, di fattibilità immediata:
– Obiezione alle spese militari e/o disobbedienza civile;
– Evitare di depositare soldi nelle “banche armate”;
– Ridurre i consumi, rendendo più sobrio e felice il nostro stile di vita.
Perché crediamo che…DI UMANITARIO ESISTA SOLO L’ACCOGLIENZA!”.

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