Il Tar condanna la Regione Campania: servono altri 152 medici di continuita’ assistenziale per le zone disagiate della regione. La sentenza e’ arrivata l’altro ieri dopo che il Sindacato medici italiani (Smi) aveva presentato ricorso contro la mancata creazione di 152 nuovi posti di quella che un tempo era chiamata guardia medica. Fino a qualche anno fa, infatti, per le zone disagiate, quindi logisticamente problematiche, con collegamenti stradali difficili, con densita’ abitativa bassa e … |
Il Tar condanna la Regione Campania: servono altri 152 medici di continuita’ assistenziale per le zone disagiate della regione. La sentenza e’ arrivata l’altro ieri dopo che il Sindacato medici italiani (Smi) aveva presentato ricorso contro la mancata creazione di 152 nuovi posti di quella che un tempo era chiamata guardia medica. Fino a qualche anno fa, infatti, per le zone disagiate, quindi logisticamente problematiche, con collegamenti stradali difficili, con densita’ abitativa bassa e diffusa in maniera non omogenea e quindi in cui e’ piu’ complesso mantenere i Livelli essenziali di assistenza, il rapporto tra medico e abitante era fissato a 1 ogni 3.000.
Nel 2008, con legge regionale, il rapporto e’ stato abbassato a 1 ogni 1.500 abitanti. Da allora pero’ di nuove guardie mediche per le zone difficili non se ne e’ vista nemmeno l’ombra. ”Una mancanza gravissima, un pericolo per l’incolumita’ dei cittadini – dice la responsabile per la continuita’ assistenziale dello Smi, Rosa D’Agostino – Basti pensare a quei paesi di montagna o a quelle zone rurali in cui i collegamenti sono disastrosi e suscettibili di ulteriori peggioramenti in base alle condizioni atmosferiche. Alcune emergenze devono essere risolte in pochi minuti, figuriamoci i pericoli che sorgono in zone dove per gli spostamenti si parla invece di ore. E’ una sentenza importante, in un momento di riorganizzazione delle cure territoriali in cui vengono rimessi in discussione i livelli di assistenza e in previsione dei prossimi accordi regionali”.
Per gli anni 2009-2010, spiega la sindacalista, i medici di famiglia avevano anche presentato le domande. Le Asl, invece, avevano segnalato solo una manciata di zone disagiate, decisamente poche rispetto al rapporto stabilito dalla legge, e avviato anche i trasferimenti con pubblicazione delle graduatorie. In particolare se ne contavano 16 dall’Asl Benevento, 12 da quella di Salerno e addirittura nessuna da quella di Avellino.
Cosi’ sono partiti i ricorsi contro la Regione e contro le Asl con tanto di sentenze favorevoli. Una prima e’ arrivata qualche anno fa e ha imposto la creazione di 42 nuovi posti di continuita’ assistenziale in provincia di Caserta. Con la sentenza dell’altro ieri se ne aggiungono altri 152 tra Benevento, Avellino e Salerno. In totale la Regione dovra’ portare a quasi 400 i medici di continuita’ assistenziale nelle zone disagiate della Campania. ”Si era venuta a creare una situazione assurda e pericolosa – dicono il presidente nazionale e il segretario organizzativo regionale dello Smi, Giuseppe Del Barone e Mario Iovane – il medico di continuita’ assistenziale e’ un presidio fondamentale sul territorio, a maggior ragione in zone dove i collegamenti sono difficili.
Questa per noi e’ una grande vittoria, ma teniamo alta l’attenzione. Restiamo vigili soprattutto in questo periodo politico di grandi cambiamenti. Usciamo da anni particolarmente bui in cui la sanita’ e’ stata vilipesa in ogni modo e oggi l’orizzonte e’ ancora piu’ denso di incognite”.