L’autostazione di Avellino entra a pieno titolo della classifica delle opere pubbliche più inaugurate della regione. Ieri il presidente De Luca è tornato dopo meno di due mesi nel nuovo terminal nell’azienda di trasporto regionalizzata (ma sarebbe il caso di ammettere che l’Air è stata in realtà tolta all’Irpinia, unica provincia che aveva una società di trasporto con i conti in ordine, tanto da potersi permettere anche la realizzazione di due autostazioni).
In attesa di tornare anche per tagliare il nastro del centro servizi, e poi quello della galleria commerciale, De Luca ha inaugurato il parcheggio auto (aperto per ora solo a metà) ed ha tenuto a battesimo i cento nuovi assunti. Immancabile la battuta (ma il sospetto è che De Luca non la ritenga tale, ci creda veramente a quello che dice) sul doppio miracolo ovviamente ascrivibile alla sua persona: quello di avere completato un’opera attesa da 33 anni, e quello di avere assunto nuovi dipendenti senza raccomandazione, dando lavoro a “figli di povera gente che altrimenti sarebbero stati costretti ad emigrare”.
Dopo la lista di buone notizie, il presidente miracoloso ha però annunciato che a breve (quando?) si dovranno chiudere i pronto soccorso marginali, perchè non ci sono soldi per pagare il personale. Di grazia è il caso di dire: quali pronto soccorso De Luca considera sopprimibili ed in base a quale criterio? Infine l’ultimo annuncio che sa di promessa ma anche di diktat nei confronti del comune di Avellino: l’ex Moscati di viale Italia diventerà sede dell’Asl e centro di riferimento per la medicina territoriale: “realizzeremo nel centro di Avellino un centro di riferimento sanitario”. Già, ma il sindaco di Avellino (ieri puntualmente assente all’happening deluchiano) sarà d’accordo con questa ipotesi? Ci vorrebbe un miracolo, o quasi.