Il CIMA di Sant’Angelo resta chiuso, la nota di Tony Lucido

SANT’ANGELO DEI LOMBARDI – Negli ultimi tempi si registra una ripresa consistente dell’attività sismica nel territorio che venne a suo tempo definito il cratere del sisma del 23 novembre 1980. Non c’è giorno che gli istituti preposti e le popolazioni non registrino una scossa sismica, un terremoto, più tempo passa dal disastroso sisma dell’80 e più cresce l’apprensione. La trasformazione delle condizioni meteo, l’accentuarsi di fenomeni atmosferici violenti, il degrado dell’ambiente, rend…

SANT’ANGELO DEI LOMBARDI – Negli ultimi tempi si registra una ripresa consistente dell’attività sismica nel territorio che venne a suo tempo definito il cratere del sisma del 23 novembre 1980. Non c’è giorno che gli istituti preposti e le popolazioni non registrino una scossa sismica, un terremoto, più tempo passa dal disastroso sisma dell’80 e più cresce l’apprensione. La trasformazione delle condizioni meteo, l’accentuarsi di fenomeni atmosferici violenti, il degrado dell’ambiente, rendono sempre più necessaria ed urgente una ripresa delle attività del CIMA Centro per il monitoraggio Ambientale che dopo aver operato per qualche tempo a Sant’Angelo dei Lombardi é stato lasciato morire, é chiuso”. Queste le parole di Tony Lucido, presidente della Pro Loco Alta Irpinia di Sant’Angelo dei Lombardi.
“La istituzione del CIMA, a Sant’Angelo dei Lombardi, fu una scelta intelligente, anche se fu un modo per rimediare alla vera e propria rapina della sede del INGV Istituto Nazionale di Geofisica che, promessa ed assicurata per l’Alta Irpinia, a Sant’Angelo dei Lombardi, più volte celebrata come la Capitale del Cratere del terremoto 23/11/80, per la morfologia del territorio, per la frequenza dei sismi, venne invece assegnata ad altra località, con vocazioni naturali diverse, adducendo motivazioni risibili: facile accesso, autostrada, ecc. ecc. come se, invece di studiare il territorio, seguirne la evoluzione, i suoi movimenti e le dinamiche, bisognava aprire un centro commerciale! Aver chiuso il CIMA, averlo fatto morire, aver dissipato energie, intelligenze e risorse umane qualificate, credo e spero, pesi sulla coscienza di quanti hanno concorso direttamente e di quanti, nel silenzio, nell’ignavia o nell’incapacità di cogliere le opportunità, o forse, attenti ad opportunismi personali, hanno lasciato correre. Il CIMA, con le sue ricerche, con i suoi costi bassi, con l’impegno di un nutrito e qualificato gruppo di scienziati, ricercatori e programmatori informatici, non solo poteva concorrere ad indicare sistemi, metodi e modi di costruzione antisismica, poteva far crescere la qualità ed il rispetto per il territorio, prevenire e studiare le frane, promuovere la cultura ed il rispetto per l’ambiente, assicurare sicurezza e qualità della vita, perché no, anche favorire la valorizzazione di giovani locali, di risorse umane qualificate ed evitare l’emigrazione di persone e di cervelli qualificati. Una Regione attenta al territorio, una classe politica che si candida ad essere classe dirigente, che chiede il consenso è su queste scelte che si misura, oppure è valutata anche sui colpevoli silenzi e sulla inconsistenza, se non vuotaggine, della sua storia nel recente passato. Spesso, si mutuano linguaggi ed espressioni, spesso sentiamo parlare in vari campi, sanità, scuola ecc.ecc. di “eccellenze”, il C.I.M.A. di Sant’Angelo dei Lombardi, che molti, se non in tanti, hanno lasciato morire, era una grande “eccellenza”, ampiamente riconosciuta a livello scientifico ed universitario, anche fuori i confini regionali, andava difesa, sostenuta e potenziata, con battaglie forti, a denti stretti! Le Amministrazioni Comunali potevano consultare il CIMA per Piani regolatori, o particolareggiati, per edifici pubblici, Ospedali, Scuole, Uffici, Aziende ed industrie, avrebbero avuto consigli ed indicazioni, per consolidare staticità e garantire maggiore sicurezza. Strade, viadotti, fiumi e laghi, montagne e colline, piazze slarghi avrebbero beneficiato di analisi, indicazioni, prescrizioni e consigli. Tanti giovani avrebbero trovato motivazioni nello studio per un lavoro qualificato e per la propria terra, non sarebbero emigrati, così come sta drammaticamente accadendo. I tanti morti del sisma del 23 novembre 1980 e di tante altre tragedie, i tanti danni patrimoniali, storici e sociali, avrebbero avuto una sana, giusta e qualificata risposta! Ma il C.I.M.A. di Sant’Angelo dei Lombardi é stato chiuso, tra colpevoli silenzi, complicità ed incapacità! Ogni qualvolta ci sarà un terremoto, ogni volta che ci sarà un tragico evento del territorio o dell’ambiente non so se saranno in molti a dire di aver fatto tutto il possibile per la gente d’Irpinia, per il cratere. La chiusura del CIMA, la mortificazione dell’Ospedale “Criscuoli”, la chiusura del Tribunale e dell’Agenzia dell’Entrate, il ridimensionamento degli Uffici regionali, di tante altre istituzioni, credo peseranno come un macigno, nei cuori e nelle coscienze. Non è la difesa di un privilegio di un paese ma è la dignità offesa di un territorio intero, è la mortificazione delle intelligenze, é una spinta in più verso la desertificazione e spopolamento dell’Alta Irpinia, facendo peggiorare la qualità della vita, al di là di prospettive rosee recentemente veicolate di progetti che avendo l’ambizione di fare tutto, con risorse limitate e senza una visione generale, corrono il rischio di cambiare poco Classe dirigente, a mio parere, significa capacità di cogliere i bisogni della gente, di saperli rappresentare e dare risposte adeguate intercettando nuove dinamiche sociali ed economiche ed ecocompatibili. Chi si candida ad essere classe dirigente non deve venirci poi a spiegare, le difficoltà di Napoli, ma deve concorre a spiegare lì le nostre ragioni, la nostra storia e la qualità della vita delle zone interne che sono le condizioni essenziali per salvare la fascia costiera, Napoli e la Regione stessa”, conclude Lucido.

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