Il ghota della cardiologia ad Avellino

Il ghota della cardiologia ad Avellino
Trecentocinquanta specialisti, provenienti da tutto il mondo, si sono ritrovati questa mattina all’Hotel de La Ville di Avellino in occasione Settimo Convegno Internazionale sulla Interventistica Periferica, organizzato dalla Clinica Montevergine di Mercogliano (Av). Ad aprire i lavori della due gi…

Il ghota della cardiologia ad Avellino

Trecentocinquanta specialisti, provenienti da tutto il mondo, si sono ritrovati questa mattina all’Hotel de La Ville di Avellino in occasione Settimo Convegno Internazionale sulla Interventistica Periferica, organizzato dalla Clinica Montevergine di Mercogliano (Av). Ad aprire i lavori della due giorni di incontri (la seconda giornata è in programma domani, 12 dicembre, con inizio alle ore 9, sempre all’Hotel de La Ville) è stato il professor Paolo Rubino, responsabile del Laboratorio di Chirurgia Invasiva della Clinica Montevergine, che, nel ricordare che le patologie ostruttive degli arti periferici sono la prima causa di amputazione chirurgica in Europa, ha sottolineato che il drastico intervento potrebbe essere evitato nell’80% dei casi con la diagnosi precoce dell’ostruzione e la rivascolarizzazione dell’arto. Ha quindi illustrato nei dettagli una innovativa tecnica che prevede l’impianto di una valvola aortica percutanea per via transapicale. «Si tratta – ha spiegato Rubino – di una metodologia che consiste nell’introduzione, attraverso un foro dal diametro inferiore al centimetro praticato nell’arteria femorale o nel torace, di una valvola artificiale. Una tecnica indiscutibilmente poco invasiva e che consente di intervenire su pazienti che presentano un quadro clinico che renderebbe impossibile un’operazione chirurgica tradizionale». Dalla teoria alla pratica. Dopo il suo intervento, il professor Rubino si è recato presso una delle sale operatorie della Clinica Montevergine e, collegato in videoconferenza con i cardiochirurghi ospiti al de La Ville, ha eseguito in diretta un intervento di impianto di una valvola aortica percutanea. Sempre in videoconferenza è stato eseguito anche un altro intervento chirurgico per il trattamento dell’arteriopatia periferica di grande rilevanza tecnico-scientifica. Si tratta dell’impianto, eseguito per la prima volta in Italia, di uno stent auto-espandibile in nitinolo, che in una prima fase ripristina il flusso sanguigno nell’arteria e successivamente rilascia in maniera mirata e dosata un farmaco antiproliferativo la cui azione riduce il successivo stringimento (ristenosi) delle arterie.

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