Domani, mercoledì 24 ottobre 2012, i lavoratori della Ilas di San Martino Valle Caudina scenderanno in strada, nei pressi dello stabilimento caudino, per sottolineare il loro disagio e le loro condizioni di travaglio, che si protraggono da oltre un anno. I lavoratori della Ilas da 14 mesi sono costretti a lavorare a singhiozzo, a subire senza preavviso la cassa integrazione o le ferie forzate ordinate dall’azienda, oltre a non percepire con regolarità le spettanze mensili.
La Ilas, che fa capo al gruppo pugliese Fantini, è caratterizzata da un futuro incerto e le organizzazioni sindacali, pur avendo più volte sollecitato chiarimenti alla dirigenza, non conoscono se sono in atto per la Ilas, procedure di dismissioni o fallimentari. Tale incertezza determina ulteriore disagio per i 38 lavoratori che potrebbero trovarsi senza lavoro. Lo stesso gruppo Fantini, gestisce, tra l’altro uno stabilimento, la Latermont, nei pressi della Ilas, sito in territorio sannita, dove l’atteggiamento nei confronti dei lavoratori, sebbene non ottimale, è di gran lunga migliore rispetto alle condizioni sussistenti alla Ilas.
Presso la Latermont si effettuano operazioni di estrazioni di argilla, che viene poi rivenduta alla Cementir di Caserta. Le operazioni di estrazione vengono effettuate presso una cava della zona, sulla quale le organizzazioni sindacali della Fillea e della Filca chiedono al genio Civile di mettere in atto tutti i dovuti controlli sulla regolarità delle operazioni svolte dalla Latermont.
“Domani –Fillea CGIL e Filca Cisl – saremo in strada con i lavoratori per denunciare la grave situazione determinatasi in azienda, che continua a lavorare senza corrispondere gli stipendi. E’ l’unica soluzione che ci è rimasta dopo aver percorso tutte le strade per giungere ad una definizione della condizione dei lavoratori della Ilas. Chiediamo al Prefetto di Avellino un intervento immediato, al fine di richiamare i vertici del Gruppo Fantini alle proprie responsabilità, ad illustrare quale sia la reale intenzione del gruppo rispetto allo stabilimento caudino e a illustrare quali procedure sono in atto.
La Ilas rappresenta una importante realtà produttiva della Valle Caudina – aggiungono le organizzazioni di categoria – anche i sindaci dei comuni dell’area devono interessarsi alle sorti della Ilas e delle 38 famiglie coinvolte, prima che il problema che attiene alle questioni occupazionali, diventi un problema sociale. Per questo chiediamo ai sindaci, ed in primis a quelli di San Martino e di Montesarchio, un intervento autorevole a difesa del posto di lavoro dei 38 lavoratori e per evitare che la situazione possa degenerare”