Ilas, Fillea: protesta avanti fin quando l’azienda non sarà chiara

Come anticipato, i lavoratori della Ilas di San Martino Valle Caudina, hanno istituito questa mattina un presidio permanente nei pressi dello stabilimento, in segno di protesta per l’atteggiamento dell’azienda del Gruppo fantini, che da mesi, non corrisponde le spettanze ai dipendenti e non fornisce elementi chiarificatori sullo stato dell’impresa caudina.
“Abbiamo – dice Antonio Famiglietti, segretario provinciale della Fillea CGIL – mantenuto la promessa. La forma di protesta scelta dai lavoratori è l’unica strada al momento percorribile per dare visibilità all’ennesima vertenza che coinvolge circa 40 famiglie. Abbiamo denunciato l’atteggiamento discriminatorio del gruppo, che da un lato continua a lavorare con lo stabilimento della Latermont e dall’altro costringe i lavoratori della Ilas Alvaolater a sopportare disagi e ingiustizie. Chiediamo – aggiunge il segretario della Fillea Cgil di Avellino – l’interessamento del Prefetto di Avellino e il coinvolgimento dei sindaci dei comuni caudini.
La Ilas è un’azienda che contribuisce in maniera determinante all’economia della zona. I primi cittadini dei comuni sanniti ed irpini devono prendere coscienza che il futuro incerto e la mancanza di prospettive per 40 lavoratori può determinare problemi di natura sociale che finiranno per gravare sulle attività amministrative e pertanto chiediamo il sostegno degli amministratori, nella risoluzione della vicenda. Al Prefetto – continua famigli etti – chiediamo che si faccia promotore della convocazione di un tavolo al quale chiamare a discutere i vertici del gruppo Fantini per conoscere le reali intenzioni della società, rispetto Alle sorti della Ilas, per la quale non riusciamo a comprendere quali e se ci siano procedure di dismissione o fallimentari in atto. Allo stesso tempo – conclude Famiglietti – chiediamo un intervento della magistratura affinché l’iter messo in atto dal gruppo sia trasparente, nel rispetto dei diritti dei lavoratori”. Questa mattina, prima dell’istituzione de presidio, i lavoratori hanno attuato un picchetto volto a rallentare le operazioni della Latermont, l’azienda gemella della Ilas, posta nei pressi dello stabilimento in crisi, presso la quale le operazioni lavorative non hanno subito alcun arresto, a dispetto dello stop a singhiozzo cui è stata costretta la Ilas.

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