Nomine, Idv si scaglia contro Galasso e il Pd

Nomine, Idv si scaglia contro Galasso e il Pd

Italia dei valori attacca il Pd sulle nomine decise dal sindaco di Avellino Giuseppe Galasso. Ecco la nota del coordinatore provinciale Enzo Lippiello:
“Il partito democratico è riuscito a trasferire il disagio che stanno vivendo al loro interno nella coalizione di centrosinistra. Che nel Pd la trasparenza ed il rispetto delle regole fossero concetti molto declamati ma poco praticati lo sapevamo da un pezzo e soprattutto ne abbiamo avuto plateale conferma in occasione delle nomine dei CDA degli enti di competenza comunale. L’Italia dei Valori di Avellino ha dovuto apprende con stupore dalla stampa locale le recenti notizie sulle nomine effettuate al teatro Carlo Gesualdo al consorzio universitario e in qualche altro posto di servizio. Tali notizie fanno trasparire una discutibile “spartizione” tra correnti interne del Pd ed alcuni personaggi politici locali. Il fatto che la stampa locale abbia potuto dare la notizia prima ancora che i partiti della coalizione ne venissero a conoscenza rappresenta un elemento incredibilmente negativo, tale da contrastare con i principi stessi cui si ispira statutariamente il Partito Democratico nella gestione della cosa pubblica. Per quanto non spettino ai partiti le nomine dei CDA degli enti pubblici (nomine che debbono essere affidate in piena trasparenza agli organi a ciò deputati), sarebbe auspicabile che i rappresentanti della coalizione di centrosinistra venissero messi al corrente delle decisioni prese in merito agli organismi di rilevanza pubblica. Constatiamo con rammarico che, nonostante la leale collaborazione dell’Italia dei Valori all’interno della coalizione, continua a persistere una cortina di fumo a protezione di decisioni, direttamente o indirettamente politiche, assunte al di fuori delle sedi istituzionali del Pd, attraverso accordi tra persone, gruppi e correnti privi della rappresentanza generale del partito. Comunque, non si tratta solo delle nomine “indigeribili” dei CDA, “calate dall’alto e ignote ai più” ma, viene messa in discussione tutta la politica svolta dalla coalizione e , in particolare, del PD nell’ambito dell’amministrazione comunale. Una politica che si svolge all’insaputa di tanti e dietro le quinte, senza alcuna discussione collegiale a riguardo di importanti temi locali. Un metodo non partecipato alle scelte che appare quanto mai stridente all’indomani dell’incontro tra i rispetti coordinatori provinciali. Incontro, definito da entrambi i segretari, molto positivo. Una politica del genere,francamente non appartiene al modo di essere dell’Italia dei Valori. Oggi la novità è rappresentata dal clima politico più generale che vive il Paese. Sono quasi certe le elezioni anticipate a marzo, e nessuno dei componenti del Pd vuole essere escluso dai tavoli decisionali. Tutti vogliono contare nella formazione delle teste di lista per la Camera e per il Senato e soprattutto decidere in quale posizione di vertice saranno collocati gli esponenti delle tante anime interne. Qualcuno resterà sicuramente a casa e le schermaglie riportate quotidianamente dai media confermano che lo scontro non è certamente sui progetti di cambiamento o sulle alleanze, ma sulla gestione del potere interno e sui vari posizionamenti, soprattutto con una legge elettorale di “nominati”. Allora! Meglio rimescolare le carte per tempo e lavorare per riposizionarsi. Poco importa se tutto ciò comporta gravi ingerenze nell’autonomia gestionale dell’Idv di Avellino. C’è un forte nervosismo dentro il Pd e anche questi episodi di ingerenza locale nei partiti della coalizione confermano il quadro più generale: il Pd ha perso di credibiltà presso una buona parte del popolo democratico perchè non c’è stato alcun impegno, assunto in campagna elettotrale e/o nei tanti dibattiti, che sia stato puntualmente rispettato. Ne sono consapevoli per primi proprio i dirigenti e i quadri intermedi. L’aria che respirano in giro li rende preoccupati. Non bisticciano per migliorare una gestione più trasparente e più partecipata della “cosa pubblica”. E neppure sulla trasparenza degli atti degli enti locali o sui criteri delle nomine nelle varie “partecipate”. Niente di tutto questo! Bisticciano sulle nomine, sul potere, sulle proposte che premiano le quarte o quinte file dei “fedelissimi”. Fedelissimi che, per mancanza di spazio all’interno del Pd, sono stati temporaneamente collocati nei partiti della coalizione pronti per essere tirati fuori al momento opportuno e premiati, per la loro fedeltà, con incarichi diretti o indiretti. Sebbene nei giorni scorsi gli incontri tra le delegazioni IdV-Pd abbiano manifestato idee di condivisione e partecipazione in tutte le scelte che vedessero impegnati i rispettivi partiti oggi all’atto pratico dobbiamo purtroppo constatare il privilegiare di apparenze e falsi moralismi. Tutto questo in barba al merito, alle competenze professionali, all’autonomia gestionale dei partiti. L’unico merito riconosciuto dal Pd è la fedeltà al capo. O meglio ai tanti “capi” che ormai stanno diventando l’unico riferimento di un partito democratico di nome, ma non di fatto. Persistendo tali storture e palesi violazioni dei principi stabiliti nelle carte costitutive, il coordinamento provinciale dell’IdV di Avellino avanza formali riserve sulla permanenza all’interno della coalizione di centrosinistra al comune di Avellino fino a quando non verrà garantito il rispetto del pluralismo interno nella consultazione degli organi dirigenti”.

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