Pari opportunità, le nuove sfide sul territorio

Pari opportunità, le nuove sfide sul territorio

Informare il territorio irpino su come fare rete per cogliere le nuove opportunità di finanziamento messe in campo dal ministero del Lavoro per incrementare l’occupazione femminile. E’ questa la mission del workshop “Le nuove sfide della parità: tecnologia e lavoro femminile”, svoltosi questa mattina (30 settembre) presso la sala conferenze del Centro per l’Impiego di Avellino. A promuoverlo, l’Ufficio della Consigliera di parità della Provincia di Avellino, guidato da Domenica Marianna Lomazzo, sulla scorta del “Programma Obiettivo per l’incremento e la qualificazione dell’occupazione femminile, per il superamento delle disparità salariali e nei percorsi di carriera, per la creazione, lo sviluppo e il consolidamento di imprese femminili e per la creazione di progetti integrati di rete”, adottato dal Comitato nazionale di Parità e Pari opportunità nel lavoro con provvedimento del 9 giugno 2010. A presentare l’iniziativa, la Consigliera di Parità Lomazzo, la Consigliera di Parità supplente, Antonietta De Angelis ed il gruppo tecnico del progetto “Diritti e pari opportunità nel mondo del Lavoro”, che ha illustrato e commentato i punti del bando e del formulario (reperibili sul sito del ministero del Lavoro www.lavoro.gov.it, Tutela condizioni di lavoro, Comitato nazionale di parità, Allegato Decreto 15 marzo 2001). Ad intervenire al tavolo anche l’assessore provinciale al Lavoro ed alla Formazione, Giuseppe Antonio Solimine. Nella sala, gremita, presenti numerosi sindaci ed amministratori (in particolare dei Comuni di Avellino, Vallesaccarda, Trevico, Sorbo Serpico, Castelfranci, Parolise, Pratolsa Serra, Lacedonia, Montemarano, Ariano Irpino, Montefredane, Frigento, Montecalvo), associazioni di genere e di volontariato, sindacati, con i segretari generali di Cgil , Cisl, Uil e Ugl Vincenzo Petruzziello, Mario Melchionna, Franco De Feo e Costantino Vassiliadis, rappresentanti dei piani di zona A2 ed A7, delle Acli. Duecentomila euro (fondi del Ministero del Lavoro) sono disponibili per ogni progetto approvato dal Comitato nazionale di Parità, realizzato da aziende, enti pubblici, cooperative e loro consorzi, centri di formazione professionale accreditati, organizzazioni sindacali nazionali e territoriali, associazioni, e finalizzato alle azioni positive previste dal programma (vedi scheda tecnica allegata al comunicato). La scadenza ultima è il 30 novembre 2010. “In un periodo di crisi – spiega Lomazzo – caratterizzato da chiusure aziendali, dove la disoccupazione impera, diventa sempre più difficile per la donna trovare lavoro. Noi vogliamo far sapere al territorio che esiste uno strumento per incrementare l’occupazione rosa in questa provincia. E per questo chiamiamo in causa i Comuni dotati del piano triennale di azioni positive. Ed invitiamo quelli che ne sono ancora sprovvisti a darsi da fare per cogliere in futuro questi tipi di opportunità”. Per l’assessore Solimine la carta vincente è il consolidamento di una rete interassessoriale e interistituzionale dei rapporti: “Queste opportunità – osserva – possono essere colte attraverso una grande capacità progettuale, un forte raccordo tra le amministrazioni locali e la creazione di nuove figure professionali che lavorano proprio in questa direzione. Ma, soprattutto, è necessaria una buona sinergia tra i piani regionali del lavoro ed i programmi nazionali, con il supporto dell’assessorato provinciale al ramo. Importante è poi il coinvolgimento dell’assessorato provinciale alle Pari opportunità ed alle Politiche giovanili”. Già in sede di workshop sono stati identificati i primi possibili partenariati. Glia altri Comuni interessati a conoscere il programma obiettivo possono contattare l’Ufficio della Consigliera di parità allo 0825786246 (ex Caserma Litto, II piano). Tra gli spunti progettuali offerti dal programma obiettivo, c’è il telelavoro. Un’idea-guida per la concreta elaborazione di eventuali progetti di azioni positive da sottoporre al vaglio ministeriale, ai fini del finanziamento, è stata proposta in tal senso dagli ingegneri Gioacchino Truglia, Giuseppe Mercurio e Aurelia Piscopo. Si tratta del telecentro, una soluzione utile per supportare alcune delle azioni positive previste dal bando. “Telelavorare – spiega Piscopo – significa poter essere efficiente nel proprio lavoro anche se si opera da una postazione remota rispetto alla sede centrale di lavoro. E’ tuttavia una forma contrattuale che si basa su un contratto ben preciso tra lavoratore e datore. Purtroppo, regna ancora tanta diffidenza, soprattutto da parte delle pubbliche amministrazioni, verso questo fronte. Ma con una politica di sostegno è possibile liberare questa forma di lavoro flessibile e potente, adattabile a diverse esigenze”. Il principale ostacolo resta però quello del digital divide: “Il collegamento veloce ad interne – spiega la professionista – è la chiave fondamentale del telelavoro. Ma purtroppo la banda larga non ha ancora raggiunto tutti i territori”.

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