Patto per lo sviluppo, Petruzziello: bene la giunta provinciale

Patto per lo sviluppo, Petruzziello: bene la giunta provinciale

Si è riunita la segreteria della Cgil di Avellino per effettuare una approfondita riflessione sullo stato di salute della Provincia di Avellino ed alla luce del recepimento da parte della giunta provinciale, delle misure contenute nel patto per lo sviluppo, presentato da sindacati e imprenditori nel 2009 e rilanciato dalla parti sociali lo scorso primo maggio.
La Cgil ha accolto positivamente l’azione della giunta provinciale che costituisce il primo step necessario per dare al patto per lo sviluppo effettiva attuazione in Irpinia.
“L’azione della giunta provinciale – ha commentato Vincenzo Petruzziello, segretario provinciale della CGIL di Avellino – è sicuramente un segnale positivo ma rappresenta solo il primo passo concreto verso l’attuazione del piano. Rispetto al vuoto più volte denunciato, opposto dalla politica e dalle istituzioni, il patto per lo sviluppo rappresenta un sistema di misure serie e concrete per fronteggiare la crisi. E’ evidente che il quadro di riferimento nel corso dei mesi, dalla presentazione del patto ad oggi è mutato, ma alcuni ambiti delineati dal patto rimangono immutati, in particolare quello che riguarda tutte le vertenze irpine ancora aperte e mai affrontate.
Nel patto sono contenute le misure individuate di concerto con gli imprenditori, per dare sostenibilità allo sviluppo dell’Irpinia, puntando sull’innovazione e sulla qualità dei processi produttivi, elementi necessari per fronteggiare la crisi ancora in atto e per consentire alla provincia di Avellino di essere pronta alla riprese delle dinamiche economiche globali.
Non si deve commettere il duplice errore – sollecita Petruzziello – di considerare il patto recepito dalla giunta provinciale, il punto di arrivo dell’azione politica, amministrativa, tanto meno occorre disperdere la prima esperienza positiva che vede la giunta provinciale pronta a portare avanti quanto indicato da sindacati e settori produttivi.
Già registriamo un mese di ritardo rispetto alla tabella di marcia prevista, che avrebbe dovuto consentire al patto di chiudere tutti i passaggi politici ed istituzionali per approdare agli stati generali nel mese di settembre. Inoltre – aggiunge Petruzziello – sbaglia chi immagina che il patto in se costituisca l’elemento operativo per fronteggiare la crisi.
Il patto, di fatto, costituisce il percorso che le parti sociali hanno condiviso e presentato alla politica, ma deve avere una sua attuazione e sede di discussione in ambito regionale e nazionale. Il patto – secondo il segretario provinciale della CGIL di Avellino – deve trovare immediato riscontro al tavolo regionale e nazionale, perché questi sono i luoghi deputati alla risoluzione delle vertenze, all’attuazione delle misure anticrisi, gli ambiti che concretamente possono essere richiamati alle responsabilità ed a precisi impegni di spesa, sul versante delle infrastrutture, degli investimenti, dell’innovazione, dei fondi per la copertura degli ammortizzatori sociali. Se il patto per lo sviluppo, recepito dalla Provincia costituirà un elemento vincolante alle responsabilità per Regione e Governo, sindacati imprenditori e livelli politici locali potranno dimostrare di aver condiviso un percorso vincente e proficuo per la provincia, altrimenti rimarrà ancora una volta, un decalogo di buone intenzioni. La Cgil – conclude Petruzziello – è pronta a sostenere con spirito proposito i prossimi passaggi fino alla convocazione degli stati generali, ma sarà impegnata affinché il patto diventi in tutti gli aspetti, un percorso ed un elemento di responsabilità della politica.
Lo faremo con tutti i nostri livelli, coinvolgendo la Cgil regionale e nazionale, ma lo stesso ci attendiamo da parte dei rappresentanti politici locali, ai quali chiediamo di chiamare a precise responsabilità la Regione ed il Governo, evitando strumentali passerelle e dando attuazione ad uno strumento che per l’ampia concertazione che ne è alla base e per la bontà delle misure contenute rappresenta l’ultima possibilità di rilancio dell’Irpinia, se essa, con le sue vertenze piccole e grandi, grazie all’impegno dei rappresentanti politici e delle istituzioni diventa centrale, insieme al Mezzogiorno, nell’agenda dei governi regionale e nazionale, il primo caratterizzato da immobilismo e il secondo distratto dalle vicende politiche ed interessato esclusivamente a salvaguardare gli interessi delle aree più ricche del Paese”.

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