Pdz A1, esplode lo stato di agitazione

Pdz A1, esplode lo stato di agitazione

Esplode lo stato di agitazione al Piano di Zona di Ariano Irpino. Da oggi si interrompono i contratti di lavoro, tra l’altro precario, di 39 operatori e con essi l’assistenza a centinaia di anziani, donne, bambini, disabili, tossicodipendenti ed immigrati. La protesta monta e nella mattinata è stato organizzato un presidio davanti alla struttura. Mentre in serata si terrà un incontro con le organizzazioni sindacali per decidere il piano di azione per i prossimi giorni. Le sedi restano aperte solo per comunicare ai cittadini che i servizi sono sospesi. A dare l’allarme sono le responsabili di settore di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, rispettivamente Adele Franca Giro, Carla Malanga, Enza Preziosi, Ornella Petillo. Le quali denunciano lo stato di una situazione in fase di stallo. “Dopo anni di lavoro e innumerevoli richieste di incontro – spiegano le sindacaliste -, a cui sono seguite solo promesse, il consiglio di amministrazione del neonato consorzio non ha rinnovato i contratti di collaborazione, che pure avevano concordato con le sigle sindacali in un’ottica di concertazione, ai lavoratori che operano all’interno e sul territorio del Piano di Zona di Ariano”. Le organizzazioni sindacali chiedono con forza che si tenga in debito conto il diritto alla salute e all’assistenza di “una cittadinanza che sempre più spesso viene lasciata da sola a fronteggiare problemi di disabilità e disagio sociale, e che si tenga in altrettanto conto il diritto al lavoro degli operatori che a diverso titolo garantiscono che questi servizi siano fruibili”. Intanto, si pensa di chiedere un incontro al Prefetto di Avellino, Ennio Blasco, per concordare una linea di intervento. “Si tratta di un’azione grave – spiega il segretario provinciale Uil Cpo, categoria Atipici, Vincenza Preziosi -, che contempla una mancanza di responsabilità del cda verso la cittadinanza. Perché il mancato rinnovo contrattuale significa il blocco dei servizi essenziali che i piani di zona sono chiamati ad erogare per legge”. Per Preziosi ci si trova inoltre di fronte all’ennesima “mancanza di tutela per i lavoratori atipici che più degli altri si trovano in questo caso a pagare le colpe di una politica sbagliata”. Anche perché si tratta di lavoratori che ogni giorno “mettono a servizio delle amministrazioni la loro professionalità, dietro compensi non sempre all’altezza delle professionalità possedute”. Per tale ragione: “Ci stiamo battendo – sottolinea Preziosi -, unitariamente, in tutti gli ambiti, per ripristinare la giusta tutela degli operatori che si trovano ad avere contratti flessibili per lavori dove la flessibilità ha poco a che fare, trattandosi di servizi continuativi rivolti ai cittadini”. La sindacalista della Uil non si dichiara contro la flessibilità. Ma: “Quest’ultima- chiosa – deve essere pagata di più e utilizzata solo laddove si è di fronte a ragioni di carattere produttivo e organizzativo aggiuntivo rispetto all’ordinario. In questo caso, siamo invece di fronte all’ordinarietà del servizio”.

SPOT