“Reputo sia utile e doveroso esporre quanto realizzato, soprattutto al fine di consentire alle SS.LL. di acquisire elementi certi ed oggettivi, idonei a valutare il lavoro svolto ed a verificare se il credito di fiducia sia stato ben accordato. Per la franchezza e la lealtà dei rapporti, devo, con rammarico, sottolineare che valuto incomprensibile la mancata concessione di una breve proroga al mandato conferitomi al fine di compiere l’ultimo passo necessario alla ripresa dei servizi, ossia – tra… |
“Reputo sia utile e doveroso esporre quanto realizzato, soprattutto al fine di consentire alle SS.LL. di acquisire elementi certi ed oggettivi, idonei a valutare il lavoro svolto ed a verificare se il credito di fiducia sia stato ben accordato. Per la franchezza e la lealtà dei rapporti, devo, con rammarico, sottolineare che valuto incomprensibile la mancata concessione di una breve proroga al mandato conferitomi al fine di compiere l’ultimo passo necessario alla ripresa dei servizi, ossia – tra l’altro – il caricamento della programmazione in piattaforma regionale”. Esordisce così l’ex commissario del Pdz A4, Armando Masucci, in una lettera indirizzata al presidente della Regione Stefano Caldoro, all’assessore Ermanno Russo e alla dirigente di settore Rosanna Romano per fare il punto della situazione sul lavoro svolto, allegando anche una relazione sulle attività esplicate.
“La relazione – prosegue Masucci – prova la complessità delle azioni compiute, la solidarietà delle parti sociali acquisita (nonostante in recenti incontri tenutisi con le OO.SS regionali si sia insinuato anzi affermato l’assurdo contrario), la soddisfazione della maggioranza delle istituzioni locali e sovracomunali coinvolte, la linearità dei percorsi amministrativi seguiti, il raccordo costante con la Regione Campania. Registro, in tal senso, la scarsa sensibilità istituzionale dimostrata. E’ miope non valutare che, per l’ambito A04, l’obiettivo dirimente da conseguire doveva e deve essere rappresentato dall’equilibrio fra due ambiti già strutturati, costretti a “fondersi” in un’unica entità territoriale. Ogni azione preordinata a premiare, con la forza della più vacua arroganza, un solo comune rispetto ad altri deve essere censurata come inidonea a garantire il pubblico interesse alla effettiva e solidale erogazione dei servizi sociali e socio-assistenziali. Dubito che figure estranee al mondo della sanità e dell’assistenza sociale possano garantire il perseguimento del pubblico interesse, soprattutto se già impegnate in altre attività di rappresentanza istituzionale lontane dalle tematiche sottese alla L.R.n.11/2007 e con evidenti profili di incompatibilità ovvero di inopportunità istituzionale. In tal senso è concreto il rischio che si abdichi al ruolo ed alle funzioni di commissario ad acta e, di fatto, si affidi ogni scelta a gruppi di interesse ben visibili e trasversali, già segnalati all’attenzione della Magistratura per la loro attività illecita. Toccare il delicato strumento della rappresentanza all’interno del Coordinamento Istituzionale, favorendo il peso della popolazione residente e non la equiordinazione di ogni pubblica amministrazione, significherebbe strozzare il libero dibattito e mortificare le libere scelte fra rappresentanti di comunità, tutte aventi pari dignità e tutte bisognose di assistere le popolazioni interessate senza favoritismi o discriminazioni.
L’unica garanzia per raggiungere – con soddisfazione di tutti – il pubblico interesse è costituita, per un verso, dal concreto riconoscimento della pari dignità di tutti i comuni all’interno del Coordinamento Istituzionale e, per altro verso, dalla selezione – in via prioritaria all’interno delle pubbliche amministrazioni coinvolte – di soggetti capaci, seri e competenti, che si siano segnalati per merito e non per fedeltà ai gruppi trasversali di potere. Sono un dirigente pubblico, super partes, al servizio delle istituzioni e ritengo, come documentato, di aver reso un servizio utile per il pubblico interesse che sarebbe nelle mie facoltà assolutamente perseguibile se fossi messo nelle condizioni di riprendere il lavoro dallo stesso punto ove è stato interrotto senza che ci fosse attenzione unica all’interesse sociale ancora oggi, dopo oltre 1 mese, disatteso nella realtà dei fatti”.