Nonostante i suoi 650 metri di altitudine e i boschi tutto intorno di pioppo, salice bianco, castagno e sambuco, il grande caldo si è fatto sentire anche nella “passeggiata urbana” a San Sossio Baronia, organizzata nell’ambito del cartellone di eventi del POC Campania “Percorsi nelle Valli del ben Vivere”.
Giungere quindi alla fontana delle “Tre Cannelle” in pieno centro, poter bere e rinfrescarsi con quell’acqua sorgiva purissima, riempire le borracce e proseguire il tragitto, è stato davvero rigenerante. D’altra parte la storia di San Sossio è legata alle sue acque sorgive. Scolpiti nella fontana la figura di San Sossio e lo stemma araldico del Marchese di Trevici, Ferdinando Loffredo che la fece costruire nel 1612 e dedicare al Santo Martire affinché proteggesse il popolo. San Sossio Baronia, infatti, già nell’alto Medioevo era nei possedimenti dei Signori di Trevico. Ma andiamo per ordine. L’itinerario alla scoperta dei monumenti e delle bellezze paesaggistiche di San Sossio Baronia è iniziato in una Piazza Mercato animata proprio dalle bancarelle e dai colori del mercatino della domenica. Sulla piazza la bella Chiesa in stile gotico con torre campanaria dedicata a Santa Maria Assunta, costruita sulle mura, ancora visibili, dell’antica cripta. Adiacente l’ex Chiesa del Purgatorio, oggi oratorio, su cui spiccano scolpiti nella pietra, il simbolo della corona sul teschio.
Portali ed antiche case si susseguono lungo il percorso, compreso le due importanti porte di accesso al borgo, realizzate dai normanni, che suggeriscono la struttura tipica dell’incastellamento. Salendo, infatti, fino alla sommità del paese si arriva all’affascinate località Costa. Un quartiere fantasma, in attesa di essere valorizzato, tra ruderi invasi dalla vegetazione, palazzi gentilizi ancora in buona conservazione e centinaia di grotte custodi di storie e leggende legate anche al brigantaggio.
Su questo tema c’è anche una leggenda intorno alla “Colonna Crucinova”. La colonna, datata 1611, sulla cui sommità vi è una croce in pietra, è attorniata da 4 angeli scolpiti in rilievo ai quali manca la testa. Pare che a seguito di un’incursione non andata a buon fine, la bella brigantessa Filomena Pennacchio, per dare sfogo alla rabbia, recise le quattro teste dal basamento. E ad una leggenda è legato anche il nome San Sossio dato all’antico casale di Trevico: si narra che un asino, sul quale venivano trasportate le reliquie di San Sossio Martire, destinate ad un paese vicino, giunto in località Sella Coppola, infilò la strada che conduceva alle poche case esistenti in fondo alla valle e non ci fu verso di fargli cambiare direzione. Si gridò al miracolo: le reliquie rimasero nella chiesa dell’Annunziata e fu dato il nome di San Sossio al paese.
Anche la visita a Son Sossio, come tutti gli appuntamenti del programma “Percorsi nelle Valli del ben Vivere” si è conclusa con “trionfo del gusto” grazie a prodotti locali, quali la mozzarella, la soppressata, il caciocavallo, e l’irresistibile panino con la salsiccia arrostita sulla brace e le melanzane sottolio, accompagnati dal vino locale. Ma il vero valore aggiunto di questi percorsi turistici è la cordialità e l’accoglienza riservata al visitatore dai componenti delle Associazioni, in questo caso dalla Proloco “Sossiana”, in particolare dal suo Presidente Libero Orlandella e dagli Amministratori, con il Sindaco, Giovanni Contardi presente e partecipe a tutta l’iniziativa.
“Percorsi nelle Valli del ben Vivere” ritorna il 25 giugno con l’appuntamento di Grottaminarda, Comune Capofila, per una giornata al Parco Molinello tra trekking, tiro con l’arco e degustazione del tipico torrone. Va sempre ricordato che l’intervento è co-finanziato dal Poc Campania 2014/2020. Rigenerazione Urbana, Politiche per il Turismo e la Cultura – Programma Unitario di Percorsi Turistici di tipo Culturale, Naturalistico ed Enogastronomico di portata Nazionale ed Internazionale.