Pomodoro, Coldiretti contro importazioni dalla Cina

Pomodoro, Coldiretti contro importazioni dalla Cina

La Coldiretti di Avellino chiede l’attivazione di una procedura specifica con l’adozione di un protocollo sanitario ad hoc, per il pomodoro. Un’iniziativa giustificata dalle crescenti quantità di prodotto importato dall’Unione Europea e dai recenti allarmi che riguardano i prodotti provenienti dalla Cina.   “Le importazioni dalla Cina – afferma il direttore Giuseppe Licursi – si configurano come elemento di grave pregiudizio per la produzione comunitaria e deve pertanto essere attivato il meccanismo di salvaguardia previsto dalla legge per le situazioni di grave pregiudizio, con un dazio doganale aggiuntivo sulle importazioni di concentrato provenienti dalla Cina nel territorio dell’Unione Europea, contestualmente all’apertura dell’indagine in materia di difesa dalle importazioni oggetto di dumping”. In Irpinia la produzione riguarda soprattutto il pomodorino di collina di Montecalvo e di alcune zone dlel’arianese. La Coldiretti denuncia che le importazioni di concentrato di pomodoro cinese stanno invadendo i mercati mondiali, a danno del vero Made in Italy. “La corretta informazione ai consumatori – spiega il presidente Francesco Vigorita – anche con l’obbligo di indicare l’origine in etichetta è lo strumento principale per combattere il dumping”. La situazione del mercato dei derivati del pomodoro, mostra nell’ultimo trimestre disponibile (dicembre, gennaio, febbraio) una forte crescita delle importazioni di concentrato triplo dalla Cina nell’Unione Europea che tendono quasi a triplicare (+174%), con una forte riduzione dei prezzi industriali (-15%, con una punta di -30% rispetto a prodotti similari statunitensi) che trascina verso il basso il valore di tutti i derivati comunitari. Anche a livello nazionale la Coldiretti ha denunciato che vi sono vere e proprie clonazioni di marchi italiani con confezioni di concentrato di pomodoro identiche a quelle originali prodotte in Italia con tanto di marchio commerciale, bandiera tricolore e scritte in italiano prodotte in Cina e commercializzate sui mercati internazionali con grave danno per l’immagine del Made in Italy. Le scatole contraffatte sono in tutto e per tutto uguali a quelle originali (colorazione, scritte, marchio, codice a barre). Il prodotto è venduto in scatole da 400 e da 2200 grammi come doppio concentrato con la scritta “100 per cento prodotto italiano” e il pomodoro è l’unico ingrediente riportato in etichetta. Se l’aspetto esteriore del clone prodotto in Cina è identico, profondamente diverso è il contenuto in quanto il pomodoro, secondo le analisi, sarebbe presente soltanto in tracce, mentre la gran parte del prodotto sarebbe costituito da scarti vegetali di diversa natura, quali bucce e semi di diversi ortaggi e frutti. L’obiettivo della filiera è quello di contrastare un pericoloso inganno per i consumatori sul mercato globale dove il concentrato di pomodoro cinese fa concorrenza sleale al vero Made in Italy

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