Una guerra tra poveri che si misura tra voucher pasti e reddito di inclusione. L’uno escludo l’altro con il magro risultato di fare i conti a fine mesi con pochi spiccioli, dall’una e dell’altra parte che non consentono al netto di bollette e altre spese di assicurare il pasto quotidiano. E’ il caso paradossale sul quale interviene dopo una segnalazione l’Adoc, l’Associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori. Nel mirino finisce il bando per i buoni pasto del piano di zona A5 che compre un territorio molto vasto della provincia di Avellino che va dal solofrano-montorese all’area est dell’hinterland cittadino con realtà medio grandi come Atripalda. Un sussidio di 320 euro all’anno destinato all’acquisto di prodotti alimentari – poco più di 26 euro al mese – che sulla carta vede come potenziali beneficiari 50 nuclei familiari. Le domande vanno presentate entro il 29 gennaio. “Il reditto di inclusione – spiega l’avvocato Gianluca De Cunzo, responsabile in Irpinia dell’Adoc – coprirà già a giugno un fetta larghissima dei bisognosi. Impensabile escluderli. Chiediamo ai dirigenti del piano di zona di riformulare il bando e sulla scorta di quanto accaduto chiediamo anche maggiore trasparenza sia sulle procedure che sulle somme stanziate per queste iniziative a supporto delle famiglie povere”.