Preapertura caccia, le proteste della CONF.A.V.I.

Preapertura caccia, le proteste della CONF.A.V.I.

Domani primo settembre si tiene la preapertura della caccia in Campania. Cinque le giornate indicate nel calendario venatorio: 1-5-8-12 e 15 settembre 2010. Soltanto due le specie migratorie cacciabili: quaglia e tortora con un prelievo massimo di tre capi per giornata e non più di venti capi per l’intera stagione venatoria. La caccia alla tortora invece è consentita solo fino alla ore 13,00 di ogni giornata di caccia. Non mancano le proteste dal coordinatore provinciale della CONF.A.V.I., Giosuè Lombardi, che afferma: “Mi è difficile immaginare quali il prossimo anno potranno essere le ulteriore limitazioni che solo in Italia ed in particolare in Campania, ultimo feudo delle minoranze animaliste, porteranno i cacciatori ad appendere la doppietta al chiodo o a migrare, se le condizioni fisiche ed economiche lo consentiranno, in uno qualsiasi dei paesi comunitari che sicuramente hanno una diversa opinione della cittadino cacciatore – cartina di tornasole per valutare gli ecosistemi esistenti e primo difensore della fauna selvatica della quale ha sempre geneticamente ricevuto dai suoi antenati il semplice principio di prelevare solo gli interessi lasciando inalterato il capitale. In Campania, e forse in gran parte d’Italia – continua Lombardi – è giunto il tempo di dire basta alla caccia programmata da un effimero gruppo di animalisti. Basta a credere anche a quelli che in campagna elettorale scrivono nei loro programmi (leggasi PDL) che riformeranno la legge 157/92 e che invece mantengono al governo ministri per il turismo – vedi l’onorevole Brambilla – che si dichiara pubblicamente favorevole alla chiusura della caccia. Basta nascondere la nostra identità di cacciatori della quale dobbiamo essere fieri. Si signori siamo al capolinea – conclude il coordinatore Lombardi – anche i più sfruttati “campesini” che l’arte cinematografica ci ha trasmesso buoni e laboriosi alla fine si riuniscono ed infliggono ai loro tiranni la giusta punizione”.

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