“Le dichiarazioni delle organizzazioni sindacali CGIL, CISL, UIL, FIADEL e UGL, affidate ad un comunicato stampa inviato nella giornata di ieri 31 maggio 2001 e ripreso dagli organi di informazione, destano perplessità ed incredulità. La società Irpiniambiente S.p.A., si legge nella nota – sin dalla data dell’insediamento, ha tenuto corrette relazioni sindacali e frequenti incontri. Dal primo aprile 2011, giorno in cui tutte le strutture sono state unificate in capo ad Irpiniambiente (Consorzi, Asa, Ecosistema Av2, Stir) , si tengono riunioni ed incontri sindacali con cadenza settimanale ed in alcuni casi gli incontri tra i vertici societari e le sigle sindacali si sono avuti per due giorni alla settimana.
Data tale frequenza di contatto è davvero singolare l’affermazione secondo la quale le organizzazioni rivendicano il diritto preventivo all’informazione, che non è stato mai negato.
Nel merito delle comunicazioni sindacali, Irpiniambiente precisa che nessuna azione mirante a ridurre il potere d’acquisto del salario è stata messa in atto, anche perché non è nelle possibilità dell’azienda tale azione, determinata dalle politiche economiche e dalle condizioni e dagli andamenti dei mercati, non certo dall’applicazione di disposizioni aziendali. Per loro stessa ammissione, infatti, le organizzazioni sindacali affermano che il salario dei lavoratori da circa dieci anni è fermo.
Di contro, Irpiniambiente ha mostrato la disponibilità massima in numerose circostanze, non ultima quella relativa all’allineamento del contratto dei lavoratori dello STIR, ai quali è stato garantito un aumento di retribuzione per rendere omogeneo il trattamento retributivo con gli altri lavoratori in forza all’azienda. Proposta che non ha ancora trovato riscontro da parte delle organizzazioni sindacali. Pertanto, la società ha dimostrato con atti reali la volontà di determinare una discontinuità rispetto al passato nelle gestione del ciclo integrato dei rifiuti, rispondendo a criteri di efficienza, efficacia ed economicità senza mortificare, anzi, valorizzando il lavoro delle maestranze anche sotto il profilo economico.
Da parte della società sono già state prese in carico le problematiche relative alla prevenzione ed alla sicurezza nei luoghi di lavoro, da mesi è stato avviato un programma di manutenzione ordinaria e straordinaria del parco automezzi e si sta provvedendo ad eliminare tutti gli elementi di pericolo e a determinare le migliori condizioni di lavoro, pur avendo ereditato dalle società rilevate, situazioni di difficile gestione.
La società non intende rispondere alle accuse generiche, che lasciano il tempo che trovano e che appaiono prive di fondamento riguardo a presunti sprechi e clientele o ad atti unilaterali di consulenze ed appalti, anche perché l’unica politica perseguita dalla società è quella individuata nel piano industriale e che ha come obiettivo la realizzazione di un servizio ai comuni efficiente e puntuale la riorganizzazione del lavoro, secondo criteri di produttività e di rispetto delle condizioni contrattuali, in tutte le loro declinazioni.
Sulla partecipazione dei sindaci e dei cittadini alla configurazione del servizio, la società informa che in ogni occasione, e con frequenza notevole, i responsabili della società condividono e discutono delle scelte con gli amministratori dei singoli comuni, configurando i servizi, sia tenendo presente le esigenze economico-finanziarie degli enti, sia le esigenze degli utenti.
E’ noto, del resto, alle organizzazioni sindacali, le difficoltà degli enti locali ad onorare il pagamento dei canoni per i servizi all’indirizzo della società Irpiniambiente e ciò nonostante si continua a garantire lo stesso servizio con gli stessi standard qualitativi e non si sa per quanto tempo ciò sarà possibile. Appare strumentale la critica relativa ad una presunta diminuzione dei livelli di raccolta differenziata nei comuni serviti, anche perché in molte realtà provinciali è in estensione il nuovo servizio di raccolta “porta a porta” che incrementerà ulteriormente le già soddisfacenti percentuali di differenziata, che nel corso degli anni hanno consentito ai comuni di beneficiare anche dei contributi di premialità.
Forse i sindacati si riferiscono al sistemi di raccolta non conformi ai principi di corretta gestione del rifiuto differenziato che come conseguenza comporta una non possibile qualificazione nell’ambito del codice di rifiuto relativo a una frazione differenziata, ma ciò verrà eliminato con l’andata a regime del nuovo piano di raccolta.
Così come appare strumentale il richiamo all’aumento della Tarsu o della Tia che in nessuno dei due casi è determinato dai contratti con Irpiniambiente ma dal trasferimento delle competenze economiche tra enti, per il servizio di raccolta.
In ultimo, la decisione di sospendere il servizio di raccolta per il due giugno in alcuni comuni serviti, non risponde ad un capriccio dell’azienda, che comunque precisa di aver informato preventivamente le maestranze.
La decisone risponde ad una necessità di contenimento della spesa e nessuna violazione dei contratti è stata fatta, considerando che verranno garantiti tutti i servizi previsti, eliminando solo le voci di maggior costo determinate dalla ricorrenza della festività.
Si invitano i sindacati a non rendersi parte attiva di un processo di strumentalizzazione che per scopi e fini si discosta da quelle che sono, – conclude la nota – le funzioni precipue dell’attività sindacale e gli obiettivi che intendono raggiungere, in difesa dei diritti dei lavoratori”.