Riassetto rete laboratoristica, Federbiologi chiede correttivi

Federbiologi – Sindacato Nazionale Biologi Liberi Professionisti – scende in campo con forza per ottenere dei correttivi al “Piano di riassetto della rete laboratistica privata” che la Regione Campania si appresta a trasformare in decreto. Il Piano di riassetto è stato presentato lo scorso 22 febbraio ai sindacati di categoria (Federbiologi, Aspat, Anisap, Federlab, Confindustria e Aisa) dal subcommissario regionale per l’Attuazione del Piano di Rientro Sanitario, Mario Morlacco, e illustrato da…

Federbiologi – Sindacato Nazionale Biologi Liberi Professionisti – scende in campo con forza per ottenere dei correttivi al “Piano di riassetto della rete laboratistica privata” che la Regione Campania si appresta a trasformare in decreto. Il Piano di riassetto è stato presentato lo scorso 22 febbraio ai sindacati di categoria (Federbiologi, Aspat, Anisap, Federlab, Confindustria e Aisa) dal subcommissario regionale per l’Attuazione del Piano di Rientro Sanitario, Mario Morlacco, e illustrato da Rosa Martino dell’Asl Avellino.
Nello specifico, la proposta prevede, come obiettivi, la dismissione dei laboratori a bassa produzione (fino a 50mila prestazioni), l’adeguamento del numero delle strutture agli standards previsti per la centralizzazione e il consolidamento delle funzioni, la rideterminazione del fabbisogno territoriale, la centralizzazione delle attività analitiche specialistiche ad alta complessità, il miglioramento e la qualificazione dell’accessibilità e degli assetti organizzativi mediante una modulazione della dislocazione delle strutture sanitarie laboratoristiche anche attraverso la trasformazione e l’attivazione di punti prelievo e consegna dei referti. Prevista, infine, la regolamentazione del service, la definizione della norma sui centri prelievo e la modifica dei requisiti di personale così come previsti dalla Deliberazione n. 7301 – del 31 dicembre 2001.
«I sindacati di categoria – sottolinea il segretario nazionale di Federbiologi, Elisabetta Argenziano -, pur garantendo la collaborazione alle proposte della struttura pubblica, hanno evidenziato una serie di osservazioni e correttivi».
Federbiologi ha rilevato le conseguenze di una tale proposta: innanzitutto la gravissima situazione occupazionale generata dalla soppressione di perlomeno 400 strutture che attualmente occupano circa 2-3mila dipendenti che certamente non potranno essere tutti assorbiti dalle costituende reti. Ha chiesto, pertanto, l’intervento, al tavolo delle trattative, dei rappresentanti dei sindacati ufficiali dei dipendenti dei laboratori. Il subcommissario Morlacco ha però bocciato tale proposta, dichiarando che non riteneva né opportuna né necessaria tale presenza al tavolo istituzionale e che il rapporto con le organizzazioni sindacali dei lavoratori deve essere a carico delle organizzazioni datoriali e delle singole strutture. «La questione occupazionale – aggiunge Argenziano – non può passare in secondo piano, né essere delegata. Le conseguenze del Piano di riassetto, infatti, interesserebbero per l’80% biologi e tecnici di laboratorio la cui professionalità si disperderebbe, finendo con l’incrementare notevolmente la percentuale di disoccupazione intellettuale che in Campania attualmente è di circa il 20%.
Il Piano, inoltre, così come si presenta, non tiene contro del grosso carico economico che le piccole strutture dovranno affrontare nella risoluzione dei rapporti di lavoro pregressi e nella preparazione delle attività consortili per consentire la sopravvivenza perlomeno delle figure dirigenziali». Federbiologi ha perciò chiesto al subcommissario il mantenimento, per le strutture entrate in rete, dello status di accreditato che consentirebbe di passare ad altri consorzi o, nel caso di un’eventuale modifica normativa, di mantenere la “convenzione” e continuare un’attività nella quale hanno profuso risorse economiche professionali. Ma tale proposta è stata respinta.
«Nell’attesa della stesura definitiva del decreto – conclude il Segretario nazionale -, invito tutti gli scritti e quanti colleghi lo vogliano, a far pervenire alla segreteria di questo sindacato proposte e suggerimenti per contribuire alla risoluzione della questione e far sentire la propria voce»

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