Rifiuti, comuni non pagano: Irpiniambiente minaccia stop raccolta

La società Irpiniambiente S.p.A. comunica di aver nuovamente sollecitato i comuni morosi, per quanto attiene ai canoni di servizio, al fine di sottoscrivere i piani di rientro del debito maturato dai comuni nei confronti della società. “Nonostante la disponibilità dell’azienda a prendere in considerazione le esigenze delle amministrazioni comunali e le difficoltà di cassa, con piani di rientro del debito diluiti nel tempo, – si legge in una nota – non tutti i comuni hanno proceduto a sottoscrivere tale piano. Purtroppo, se alla rinnovata richiesta di procedere alla redazione di un piano di rientro e dei relativi pagamenti correnti, non dovesse esserci analoga disponibilità da parte delle amministrazioni, la società sarà costretta ad interrompere il servizio di raccolta nei comuni morosi. Tale dolorosa decisione è necessaria per diversi aspetti. In primis, per salvaguardare l’efficienza del servizio e con essa la qualità dello stesso, nei comuni che regolarmente procedono al pagamento dei canoni. Inoltre, la società vuole garantire alti standard qualitativi, che risultano messi in discussione nel caso dei mancati pagamenti dei canoni, proprio per evitare che Irpiniambiente venga considerata un “carrozzone” che non risponde a logiche di mercato ma solo a logiche politiche. Proprio perché la società ha come unico riferimento l’efficienza del servizio, non è più tollerabile, né sostenibile dal punto di vista economico, assicurare un servizio senza corrispettivo. Sarebbe, infatti, inspiegabile e non rispondente alle logiche di impresa, effettuare i servizi nei comuni che hanno maturato debiti nei confronti della società e che non hanno mostrato alcuna volontà di procedere alla remissione. In tal caso, infatti, si potrebbe immaginare che la società si presta a “favori” di natura politica e clientelare, facilmente strumentalizzabili. Pertanto, permanendo lo stato di insolvenza da parte dei comuni, nei prossimi giorni e nelle prossime settimane i servizi potrebbero subire degli stop inevitabili, per i quali la società si scusa con le comunità, le quali, loro malgrado, si troveranno costrette a sopportare i disagi derivanti dalla mancata raccolta”.

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