Riforma Giustizia tributaria, Catalano: «Ancora zone d’ombra»

Giustizia tributaria

«Nella riforma della Giustizia tributaria ci sono molte luci, ma qualche ombra ancora persiste. Ora il nuovo Governo prosegua su questo solco affinché si renda la magistratura tributaria effettivamente terza e imparziale, così da dare ai cittadini una risposta di giustizia che sia celere, effettiva e più equa possibile».

Lo ha detto il giudice tributario Marco Catalano, nell’ambito del convegno “La riforma della giustizia tributaria” promosso dall’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Napoli, che si è tenuto a Napoli venerdì 28 ottobre. L’incontro è stato introdotto da Fabio Cecere e Pietro Paolo Mauro (consiglieri delegati Commissione Contenzioso Tributario) e da Elvira Catuogno (vicepresidente Commissione Contenzioso Tributario); ed è stato presieduto da Eraldo Turi.

«Il “bollino di affidabilità fiscale” (elemento importante della nuova riforma del processo tributario, ndr) è sostanzialmente un punteggio, un rating assegnato ai contribuenti più virtuosi e che così possono accedere a misure premiali anche in sede di contenzioso» – ha spiegato Immacolata Vasaturo, giudice tributario e presidente del collegio dei revisori dei conti dell’Odcec di Napoli. «Se, ad esempio, si ha un punteggio elevato, non si ricevono accertamenti su presunzioni semplici. La misura – ha aggiunto – interviene anche nel processo tributario e consente di escludere l’obbligo o la possibilità che il giudice chieda una garanzia per concedere un’istanza di sospensione di un atto impugnato».

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Da sinistra Catalano, Turi, Iaccarino, Cecere e Maione

Secondo Nuna Maione, presidente della Commissione Contenzioso Tributario «con la riforma, i tempi per discutere i contenziosi si sono accelerati – ha spiegato. Oggi dal deposito alla discussione di un ricorso passa solo qualche mese, a differenza di ciò che accadeva in passato. Purtroppo, però, la mole del contenzioso è ancora elevata. Per velocizzare i tempi e per migliorare il sistema Italia anche nell’ambito del Pnrr era stata varata la riforma, anche se sono convinta che l’obiettivo resta difficile da raggiungere, nonostante gli sforzi che sono stati fatti finora».

Giovanni Iaccarino, oggi commercialista ma con un trascorso da vicepresidente di sezione tributaria (l’equivalente della Corte di Giustizia Tributaria di primo grado) ha sottolineato invece come «con la riforma si sono perse due occasioni importanti. Innanzitutto, si poteva rendere una volta e per tutte effettivamente autonomi e super partes i giudici tributari, che invece ancora dipendono anche nell’organizzazione dal Ministero dell’Economia e Finanze. Una grande anomalia perché il Mef è parte in causa in tutti i contenziosi. E ancora, non si è veramente velocizzato il contenzioso per importi inferiori a 50mila euro, cause che rischiano di attendere tempi lunghi tra notifiche, riesame dell’Agenzia delle Entrate, accertamento, eventuale richiesta di conciliazione ordinata dal giudice e poi discussione. Insomma – ha concluso Iaccarino – alcuni passaggi per la mediazione si potevano tranquillamente accorpare».

Sono intervenuti al forum anche Fabio Benincasa, Clelia Buccico, Elio Cocorullo, Tullio Elefante, Francesco Giuliani, Nicola Graziano, Corrado Rossi, Pasquale Saggese e Liliana Speranza.

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