Rifugiati, appello della Cgil a Provincia e comuni

Continua l’impegno della Cgil di Avellino a favore dei circa 200 rifugiati in Irpinia, provenienti dai paesi dell’Africa e ospiti nelle strutture della provincia di Avellino da oltre un anno. Oggi, il segretario provinciale, Vincenzo Petruzziello, insieme a Giovanni Marino ed a Giovanni Villani, ha incontrato i vertici dell’Ufficio di Governo, per discutere la condizione dei cittadini extracomunitari. All’incontro ha preso parte la dirigente della Prefettura, dottoressa Silvana D’Agostino, responsabile del servizio immigrazione, e l’assessore provinciale Giuseppe Solimene. Presenti anche una delegazione dei rifugiati attualmente ospiti della struttura ricettiva di Venticano, insieme alle due neo mamme che hanno dato alla luce i propri figli sul territorio italiano. La Cgil ha proposto al tavolo la convocazione dei sindaci dei comuni dove attualmente si trovano i gruppi di extracomunitari, che sono Ariano, Venticano, Forino, Flumeri, Roccabascerana e Conza della Campania. La Cgil proporrà che siano i primi cittadini dei comuni ospitanti, insieme alle strutture locali della croce Rossa e della Protezione Civile a farsi carico delle necessità assistenziali degli ospiti. “E’ necessario che i sindaci e le istituzioni diventino i referenti di questi sfortunati cittadini – commenta Petruzziello – perché attualmente sono abbandonati a se stessi presso le strutture alberghiere che li ospitano”. L’assessore Solimene, inoltre, ha recepito le indicazioni della Cgil di Avellino, affinché vengano organizzati dei corsi di formazione per l’alfabetizzazione alla lingua italiana. “Inoltre – aggiunge Petruzziello – abbiamo ribadito la necessità del riconoscimento dell’assegno do maternità per le due neomamme, considerato anche che i due piccoli sono cittadini italiani. Resta da risolvere il problema più difficile, legato al riconoscimento dello status di rifugiati politici, attualmente concesso solo a sei di loro. Inoltre – conclude Petruzziello – occorre stabilire e definire un tempo ceto di permanenza sul territorio italiano, considerando che molti di loro vogliono ricongiungersi ai familiari in altri paesi europei e solo lo status di rifugiato consentirebbe loro di lasciare l’Italia. I sindaci, dal canto loro, potrebbero trovare una soluzione al loro stato, impiegandoli in qualche attività, considerando che al momento sono pochi hanno trovato qualche occupazione e non sempre con un rapporto di lavoro regolare”

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