Sarà un venerdì nero per la sanità, fatta eccezione per le urgenze, meglio stare lontani da ospedali e ambulatori. Scioperano gli infermieri e gli operatori socio-assistenziali. Mentre i medici hanno fatto dietro front, i parasanitari hanno – invece – confermato la mobilitazione. Saltarenno la maggior parte degli interventi chirurgici programmati e molte delle attività diagnostiche e ambulatoriali. Garantite le emergenze i servizi minimi essenziali nei reparti. Al centro della protesta diversi motivi: innanzitutto la carenza di personale, ma poi anche i tagli dei servizi al cittadino, l’aumento dei carichi di lavoro e la piaga degli ordini di servizio e, soprattutto, il mancato rinnovo contrattuale (chiesti 300 euro mensili). “Un’elemosina – così bollano l’offerta del governo i sindacati di categoria considerando che l’adeguamento economico è bloccato da 10 anni. Altro punto rovente riguarda le condizioni di lavoro: dal diritto al riposto all’orario di lavoro. Gli infermieri non ci stanno alla richiesta dell’Aran di derogare alla normativa europea: le famose 11 ore di riposo tra un turno e l’altro che gli infermieri dovrebbero rispettare vegono, invece, puntualmente disattese con continue chiamate in reperibilità. In provincia di Avellino tra ospedale Moscati e nosocomi in quota all’Asl, dal Landolfi di Solofra al Criscuoli di Sant’Angelo dei Lombardi fino al Frangipane di Ariano Irpino, si annuncia una massiccia adesione.