Sciopero regionale, Esecutivo Cgil per preparare la mobilitazione

AVELLINO – Si terrà venerdì 1 marzo 2013, alle ore 16, presso il salone delle conferenze della CGIL, l’esecutivo provinciale della Cgil di Avellino, con il quale il gruppo dirigente provinciale metterà a punto l’organizzazione sciopero dell’8 marzo 2013, contro le politiche della Regione Campania. Dopo la manifestazione intermedia del 9 febbraio, è stato confermato lo sciopero già proclamato dalla CGIL Campania, alla luce del perpetarsi delle inadempienze della Regione. …

AVELLINO – Si terrà venerdì 1 marzo 2013, alle ore 16, presso il salone delle conferenze della CGIL, l’esecutivo provinciale della Cgil di Avellino, con il quale il gruppo dirigente provinciale metterà a punto l’organizzazione sciopero dell’8 marzo 2013, contro le politiche della Regione Campania. Dopo la manifestazione intermedia del 9 febbraio, è stato confermato lo sciopero già proclamato dalla CGIL Campania, alla luce del perpetarsi delle inadempienze della Regione.
“La Cgil di Avellino – afferma il segretario provinciale Petruzziello – ritiene di aver svolto, già da tempo, un ruolo di sollecitazione e di aver manifestato con convinzione la disapprovazione nei confronti della gestione operata dalla Giunta Regionale e pertanto le ragioni dello sciopero trovano pieno diritto di cittadinanza nella linea tenuta dalla CGIL di Avellino.
Dai dati dello Svimez si rileva che la Campania è la regione più povera d’Italia, con il 44% dei giovani al di sotto dei 24 anni senza lavoro, 600 mila cittadini tra i 15 ed i 34 anni disoccupati e che non sono impegnati inattività di formazione o di istruzione. In tutta la Campania, ben 200 mila lavoratori a termine rischiano di non vedersi rinnovato il contratto, soprattutto nei comparti del personale Ata e socio assistenziale.
Oltre 250 mila lavoratori sono in nero senza considerare quelli che prestano lavoro irregolare e che sfuggono ad ogni sorta di analisi e di statistica e controllo. A questi si aggiungono 23 mila esodati e 775 aziende in crisi. Sul fronte sociale si contano 253 bambini che vivono quotidianamente in siti inquinati con altissima incidenza di malattie legate all’insalubrità dei luoghi. Il 40% delle famiglie campane, inoltre, vive sotto la soglia di povertà.
L’immobilismo e l’inadeguatezza della giunta regionale ha evidenziato le sofferenze strutturali delle aree interne e dell’Irpinia, determinando un ulteriore arretramento del tessuto economico e sociale. La Provincia di Avellino conta il 57% di disoccupazione giovanile rispetto al 37% del dato nazionale. In termini generali, la disoccupazione si attesta al 15,4% rispetto all’11,5% nazionale.
Olte agli 83 mila disoccupati si registrano oltre 6 mila giovani emigrati dall’Irpinia nell’ultimo lustro. Al 31 dicembre del 2012, le ore di cassa integrazione sono state 300 mila, con una notevole impennata rispetto all’anno precedente. La Regione Campania nulla ha fatto per arginare il fenomeno della desertificazione industriale, senza presentare un piano di politica industriale per le aree interne e finendo per mortificare ulteriormente il territorio, attuando tagli indiscriminati ai servizi ed all’assistenza. La sanità irpina è ormai in ginocchio, incapace di fornire i minimi servizi di assistenza e cura a causa del blocco del turn over e dei tagli al personale. Da dieci mesi circa 2500 dipendenti delle operative sociali e dei piani di zona non percepiscono lo stipendio, analoga sofferenza per il settore della forestazione, dove i dipendenti delle comunità montane sono senza stipendio da un anno.
Nel settore trasporti e mobilità, le scelte gestionali scellerate dell’assessore al ramo, del quale la CGIL ha chiesto più volte le dimissioni, hanno determinato una grave sofferenza nei livelli occupazionali senza peraltro riuscire nell’intento di salvare dal fallimento grandi aziende del settore. “Noi saremo chiamati ad un grande sforzo ed impegno organizzativo che non faremo mancare – aggiunge il segretario provinciale della CGIL di Avellino – non solo a livello locale, ma anche a livello nazionale, in quanto solo la nostra organizzazione ha posto sul tavolo della discussione le questioni legate al lavoro ed allo stato sociale”.

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