Servizi sociali, sindacati: “Garanzie a cittadini e operatori

“Le scriventi OO.SS. CGIL, CISL, UIL e UGL avevano già espresso la loro perplessità relativa alla soppressione dei Consorzi di funzioni così come prevedeva art. 2 comma 186 della legge 191 del 23.12.2009 altrimenti detta “Legge finanziaria 2010”. Le perplessità – si legge nella nota – derivavano dal fatto che l’intervento legislativo, a nostro avviso, si sarebbe fatto sentire in particolar modo per la gestione associata dei servizi socio assistenziali come era stato fatto nella nostra Provincia, dove i consorzi sono attualmente 4.
I Consorzi, infatti, consentono una rete di servizi, una razionalizzazione della spesa e soprattutto la possibilità di intervenire con figure professionali qualificate il cui costo, i piccoli comuni, non sono in grado di sostenere. Parliamo di operatori socio-sanitari, assistenti sociali, sociologi, psicologi e quanto altro serve alla complessa gestione delle politiche sociali.
Va detto che la legge 328 del 2000 che istituisce il sistema integrato di interventi e servizi sociali prevede che i comuni siano titolari delle funzioni amministrative concernenti i servizi stessi sul territorio e che concorrano alla programmazione regionale ed adottino le forme gestionali e gli assetti più funzionali all’erogazione dei servizi, al contenimento della spesa e al rapporto con i cittadini. E’ opportuno ricordare che tale impostazione è confermata dalla legge n. 42 del 2009 “Delega al governo in materia di federalismo fiscale” che elenca, in via provvisoria, per la determinazione del riparto dei fondi perequativi, le funzioni fondamentali dei comuni citando esplicitamente il settore sociale.
La materia socio assistenziale comprende quindi alcuni servizi che il comune deve obbligatoriamente erogare sul proprio territorio. Per cui non comprendiamo, il mancato coordinamento nelle emanazioni delle norme che sono in contrasto fra di loro, peraltro nel caso della 328/2000 trattasi di norma di notevole importanza per qualità della vita dei cittadini e non chiaro come l’adozione della soppressione dei Consorzi non sia stata valutata in termini di impatto sociale per le risorse che ormai i comuni di piccole dimensioni non hanno più a disposizione.
Inoltre è oltremodo preoccupante il mancato ascolto dei protagonisti territoriali che già in altre occasioni avevano avanzato forti perplessità, sulla soppressione sia per l’erogazione dei servizi ai cittadini sia per la gestione dei personale che attualmente eroga i servizi. In questo quadro definire la soppressione dei consorzi sociali corre il rischio di determinare una sola reale condizione: la chiusura dei servizi a tutto danno dei cittadini che ne hanno bisogno. Le scriventi auspicano quindi che nel quadro di un più complessivo riordino delle funzioni e del ruolo degli enti territoriali, si definiscano strutture o strumenti in grado di garantire i cittadini ed i loro bisogni e gli operatori che attualmente vi operano”.

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