La piattaforma logistica rischia di essere è un’altra delle occasioni perdute, che grazie all’insipienza della politica regionale in materia di trasporti, può trasformare un’opportunità in una tragicomica vicenda politica che ben si dispiana nelle spire del provincialismo e del folclore. E’ quanto afferma in una nota Luigi Simeone, Segretario Generale della UIL Avellino Benevento. In diverse iniziative legislative si individua una PIATTAFORMA LOGISTICA TERRITORIALE come “il complesso dell… |
La piattaforma logistica rischia di essere è un’altra delle occasioni perdute, che grazie all’insipienza della politica regionale in materia di trasporti, può trasformare un’opportunità in una tragicomica vicenda politica che ben si dispiana nelle spire del provincialismo e del folclore. E’ quanto afferma in una nota Luigi Simeone, Segretario Generale della UIL Avellino Benevento. In diverse iniziative legislative si individua una PIATTAFORMA LOGISTICA TERRITORIALE come “il complesso delle infrastrutture e dei servizi, presenti su un territorio interregionale, destinati a svolgere funzioni connettive di valore strategico per l’intero territorio nazionale, in particolare nei suoi rapporti con la rete transnazionale dei trasporti, per favorire l’interconnessione più efficace al fine di migliorare la competitività del Paese.” Se a questo ci si deve riferire, -continua Simeone- e non potrebbe essere altrimenti, si capisce bene come la posizione del Presidente Caldoro di mettere surrettiziamente in competizione piuttosto che in cooperazione, territori e comunità non risponde ad una logica di sviluppo, quanto alla totale mancanza di visione strategica del territorio, che ha caratterizzato in lungo ed in largo il disastro delle politiche di trasporti e logistica della Giunta Regionale, che stanno consegnando interi territori della Campania all’isolamento e alla desertificazione industriale e demografica La Piattaforma logistica in Valle Ufita non può, non vuole e non deve essere letta come un’esclusiva che impedisce altre ed importanti realizzazioni di infrastrutture, se qualcuno ha pensato che con essa si possa ritenere conclusa, esclusa o abbandonata ogni altra forma di iniziativa a supporto dei centri di produzione della domanda di trasporto e di logistica integrata, allora è evidente che si mente anche sulle vere intenzioni circa lo sviluppo del territorio regionale e interregionale. La Regione Campania, quale crocevia naturale dello sviluppo delle reti di trasporto del mezzogiorno d’Italia deve necessariamente offrire una “PIATTAFORMA LOGISTICA REGIONALE” in cui ogni parte deve essere concorrente e non in concorrenza, Porti, Interporti, Aree di sviluppo retro portuali, Aeroporti ed anche Aree di piattaforme logistiche non possono essere oggetto di scontri di campanile, ne devono servire ad attirare consensi elettorali, ma devono segnare la capacità di un territorio di offrirsi alle opportunità che il mercato e lo sviluppo offre e richiede. L’Assessore ai Trasporti Vetrella, sa o dovrebbe sapere che a Benevento è stata legittimamente operata un opzione per la realizzazione di una Piattaforma Logistica Commerciale “quale ‘portale fisico’ d’accesso e distribuzione delle merci da e per i Paesi del bacino Mediterraneo con obbiettivi di stoccaggio e alla movimentazione delle merce e logistica di trasformazione (fasi accessorie alla catena produttiva, come ad esempio l’assemblaggio o disassemblaggio di merci) “ Quindi, conclude la nota UIL, anche ai più disattenti appare evidente come la piattaforma logistica in Valle Ufita che invece mira ad iniziative di supporto per la filiera agroalimentare, della industria manifatturiera, ma soprattutto alla realizzazione di sistema di sviluppo per una logistica nel mediterraneo sostenuto soprattutto della scelta della stazione di Alta Capacità e dalla realizzazione e completamento degli assi viari di interconnessione dei due mari, non può essere posta in contrapposizione a nessuna delle iniziative in essere nella Regione, ma intesa come lo snodo principale del sistema interregionale che andrebbe invece esaltato e supportato magari attraverso la proposizione di una ZES ( zona economicamente speciale) capace di attrarre, incentivare e supportare le iniziative imprenditoriali che già si sono interessate ed altre che si potrebbero attrarre, ma che rischiano di scappare se continua l’irresponsabile approccio fatto di sterili e strumentali scontri e contrapposizioni di interessi che non hanno motivo di essere e non si possono costruire ad arte.