Studenti in piazza, Prc: “Dai giovani risposta eccezionale”

“Quello che è successo oggi a Grottaminarda ha dell’eccezionale. Non era scontato che i ragazzi e gli operai rispondevano così massicciamente ad un appello lanciato da un partito. Non era scontata – afferma in una nota il Prc irpino – questa mescolanza tra le esigenze e le richieste di una generazione precaria e quella dei lavoratori Irisbus. Non era scontentata la simpatia verso un partito continuamente e volutamente censurato dai mezzi d’informazione asserviti alla politica che ci vuole far scomparire. Lo sapevamo che era difficile. Sapevamo che una mossa azzardata poteva torcersi contro. E invece…
E invece oltre cento firme all’appello, dai consiglieri comunali del PRC agli operai della Irisbus, da alcuni sindacalisti CGIL al comitato dei precari della scuola, dagli studenti e i rappresentanti di istituto a dirigenti di vari partiti, e quasi un migliaio di persone in piazza in un lungo corteo che ha attraversato la città simbolo della battaglia per la difesa della dignità irpina.
Ma non siamo solo degli indignati come si ostinano a chiamarci, perché come direbbe il grande ipetro Ingrao “i sentimenti dell’indignazione e della speranza rischiano di restare, come tali, inefficaci, in mancanza di una lettura del mondo e di una adeguata pratica politica che dia loro corpo. Che l’indignazione possa supplire alla politica e, in primo luogo, alla creazione delle sue forme efficaci è illusorio.” E chi è sceso in piazza lo sa troppo bene e ha portato con se un “agenda politica” molto radicale.
Dal dibattito dopo il corteo è emersa la chiara richiesta di una scuola laica, di massa e di qualità capace di formare realmente le giovani menti eccellenti di questa terra; la richiesta della introduzione della Patrimoniale perché la crisi la deve pagare chi l’ha causata, chi i soldi ce li ha e non ha mai pagato; la richiesta di un nuovo sforzo della politica per fermare la piaga antica e sempre attuale dell’emigrazione giovanile dalla nostra Irpinia.
Una piazza variegata che non mette un punto finale alle mobilitazione ma è convinta che si deve superare definitivamente l’elemento episodico e sporadico delle manifestazione per mettere in campo un coordinamento e una mobilitazione generale e permanente fino alla cacciata del governo.
Noi abbiamo fatto la nostra parte, scrivendo e sottoponendo all’opinione pubblica una piattaforma di lotta e siamo felicissimi che è stata accettata e che oggi è rivendicata anche da chi fino a poco tempo fa ci guardava con occhio sospetto o che ancora ci rinfacciava i nostri errori.
Questa è la piazza dell’indignazione che smuove la politica e crea dal basso l’alternativa e Rifondazione Comunista ci vuole star dentro fino alla fine perché il tempo dei tatticismi e delle liturgie stantie e burocratiche è superato. Ora è la stagione di riprendere il cammino nelle piazze, nelle strade, nei luoghi di lavoro per costruire un Italia migliore”.

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