È altamente improbabile che nel pieno di una campagna elettorale già iniziata il parlamento riesca a votare un provvedimento che taglia gli uffici giudiziari. Sarebbe un atto politicamente impopolare a pochi mesi dal voto della prossima primavera, che quasi nessun parlamentare avrebbe la voglia e la forza di sostenere. Ciò premesso, la chiamata alle armi dei nostri parlamentari già pronti a difendere l’Irpinia dall’ennesimo scippo è davvero fuori tempo massimo.
La provincia di Avellino ha già subito una decisione che oramai da anni sta provocando gravi effetti sul piano dell’amministrazione della giustizia e su quello economico. Non si capisce in base a quale criterio il tribunale di Benevento, piuttosto che quello di Avellino, ha accorpato il soppresso tribunale di Ariano Irpino, determinando così una situazione a dire poco paradossale: quasi metà del territorio della nostra provincia deve fare riferimento per gli affari giudiziari civili e penali a un diverso capoluogo.
Il tribunale di Benevento, che per la esiguità della popolazione sulla quale ha competenza territoriale, da dieci anni oramai ha esteso il suo circondario su zone rilevanti del territorio irpino, da Ariano a Grottaminarda, che, almeno sul piano giudiziario, rappresentano senza alcuna logica un’appendice dalla provincia sannita.
Oggi la classe parlamentare irpina scopre questa situazione paradossale, nella quale, proprio come avvenne all’epoca del paventato accorpamento delle province, il più piccolo mangia il più grande. Una battaglia seria i nostri parlamentari avrebbero fatto bene a condurla prima, per modificare la norma che regola la competenza territoriale, e riportare la fetta di Irpinia annessa al Sannio sotto la competenza del tribunale di Avellino. Ma questa somiglia tanto alla ennesima causa persa.