Ugl Avellino, Carenza: Vassiliadis fa già parte del passato

Il 30 dicembre 2014, il segretario confederale Giuseppe Antonio Carenza, è stato nominato dalla segreteria confederale dell’Ugl reggente dell’Unione territoriale del lavoro di Avellino, a seguito dell’espulsione dal sindacato dell’ex responsabile Costantinos Vassiliadis. “In questo momento di grave crisi che vede attaccati i fondamentali diritti del lavoro – spiega Carenza -, la nostra organizzazione ha un ruolo fondamentale per la difesa di quanto costruito negli anni da persone che, con il lo…

Il 30 dicembre 2014, il segretario confederale Giuseppe Antonio Carenza, è stato nominato dalla segreteria confederale dell’Ugl reggente dell’Unione territoriale del lavoro di Avellino, a seguito dell’espulsione dal sindacato dell’ex responsabile Costantinos Vassiliadis. “In questo momento di grave crisi che vede attaccati i fondamentali diritti del lavoro – spiega Carenza -, la nostra organizzazione ha un ruolo fondamentale per la difesa di quanto costruito negli anni da persone che, con il loro sacrificio, hanno contribuito a costruire strutture e organizzazioni che nel tempo sono state protagoniste della rappresentanza dei propri iscritti sui luoghi di lavoro”.
“In un’ottica di rinnovamento – prosegue il sindacalista – la nostra Confederazione deve lasciarsi alle spalle gli strascichi della triste vicenda che ha coinvolto la segreteria Centrella e i suoi ex collaboratori ed epigoni, tutt’ora impegnati in azioni facinorose e mistificatrici nel vano tentativo di non perdere le posizioni indebitamente conquistate e peggio ancora gestite”.
“La perdurante ostinazione da parte di chi vuole opporsi all’azione di rinnovamento – conclude Carenza – è solo segno di chi vuole solo impedire che, attraverso la partecipazione democratica degli iscritti, il nostro sindacato celebri il suo Congresso e chiuda definitivamente la triste e scandalosa parentesi, della quale proprio loro sono stati protagonisti, alcuni complici, molti interessati spettatori o incauti compagni di strada”.

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