AVELLINO – Di seguito la nota del segretario generale Uil Avellino Luigi Simeone e di Michele Caso segretario generale Uil trasporti: “La provincia di Avellino unitamente ed accorpata a quella di Benevento sono state oggetto di insostenibili tagli da parte della Regione Campania, malcelati dalla invariabilità dei flussi economici, nascondendo la Imposta sul Valore Aggiunto IVA che precedentemente non era prevista sui contratti di servizio e poi posta a carico delle Provincie, ovvero delle aziende. E di questo non abbiamo notizie di “ preoccupazioni” della politica locale, anche sollecitata dalle OO.SS. Cosi in una nota congiunta L.Simeone e M.Caso del sindacato UIL . Se, e il condizionale è d’obbligo, si dovesse andare alle gare c’è da preoccuparsi più di cosa sarà oggetto del bando, prima di chi sarà il gestore, troppi i fallimenti in Regione per ritenere che il problema sia solo stato nella incapacità gestionale delle aziende pubbliche e per esse degli enti locali. In tutti i capoluoghi provinciali sono fallite aziende EAV a Napoli, ACMS a Benevento, CSTP a Salerno, ACTC a Caserta e sarebbe stato lo stesso con CTI-ATI a Avellino se non fosse intervenuta la regione con AIR ed il Comune con l’Autostazione, quindi pare evidente che c’è il fallimento di un sistema piuttosto che di realtà produttive. Il mercato del TPL non vede in Italia dei grandi players, ed anche i tentativi nel nord del Paese di invasioni barbariche e galliche sono naufragate con gravi oneri in capo alle Amministrazioni Locali come è successo per esempio a Genova, quindi in un mercato così improbabile, la dimensione delle aziende diventa determinante sia per la qualità dell’offerta dei servizi , che per le garanzie produttive e ed occupazionali. In questa ottica la gara del servizio urbano di Benevento dovrebbe consigliare, almeno alla politica, una qualche riflessione più cogente: una sola offerta per il bando e nessuna delle aziende pubbliche regionali e non, che abbia partecipato. L’ AIR è un bene pubblico da salvaguardare, e se la Proprietà immagina di entrare nel mercato provando a costruire una partnership, lo dovrà fare con un soggetto di levatura superiore, affidabile e di dimensioni economiche tali da offrire garanzia per il servizio, per i cittadini e per i lavoratori, del resto in presenza di un mercato aperto da soli si rischierebbe di restare ai margini, e non sarebbe ne giusto ne intelligente. L’orizzonte strategico dell’ AIR deve necessariamente fare i conti con la possibilità di competere, e in un sistema di concorrenza i cui confini non sono definiti dalla politica, ma dal mercato stesso, non ci sono fortini da difendere -continuano i sindacalisti- ma praterie da percorrere, evitando di fare la fine di “ Toro Seduto” morto per mano dei suoi stessi indiani, preservando quel mercato che l’AIR ha a differenza di tante altre aziende regionali che manco si possono porre il problema”.